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Anche il baratto è eco-friendly perché riduce rifiuti e sprechi

La filosofia del risparmio unita ad una sempre maggiore attenzione verso l’ambiente sta portando a contenere gli eccessi di uno stile di vita ‘usa e getta’ anche attraverso la rivalutazione del baratto.

Anche il baratto è eco-friendly perché riduce rifiuti e sprechi

Accanto alla raccolta differenziata, infatti, anche un contenimento del desiderio, a volte quasi compulsivo, di spendere acquistando nuovi beni di consumo può essere una soluzione per salvarci dall’invasione dei rifiuti e per riutilizzare gli oggetti già esistenti.

Grazie alle potenzialità offerte dalla rete, il baratto si sta affermando negli ultimi tempi nei luoghi di scambio virtuale, anche se con tutta probabilità sarà necessario ancora qualche anno per la sua affermazione a livello del grande pubblico del web.

In ogni caso, anche in Italia aumenta il numero di iscritti ai siti che sono dedicati allo scambio di oggetti (dai giocattoli ai libri, dai vestiti ai cd) per ridurre i consumi e gli sprechi e contribuire alla tutela dell’ambiente attraverso una minore produzione di rifiuti.

Tra i siti su cui è possibile barattare gli oggetti superflui accantonati in garage o dimenticati nei ripostigli, ci sono alcuni che stanno diventando popolari anche in Italia.

La community di Zero Relativo, ad esempio, si fa portavoce della filosofia del ‘il tuo oggetto è la tua moneta’ ed esclude ogni forma di compravendita per via pecuniaria.

Il sito di Reecycle.it è nato su iniziativa di un dentista di Roma che ha deciso di rinnovare e migliorare i servizi della comunità di scambio Freecycle.it, già esistente anche in Italia per i barter.

Ma all’estero, e in particolare in America, qual è la situazione?

Uno sguardo oltre i confini nazionali virtuali ci porta a scoprire altri siti dediti al baratto.

  • Bookmooch, è una community di scambio per i ‘librofili’ che permette, grazie al sistema di accumulo punti, di richiedere i libri usati preferiti.
  • Swapclub è una rete di scambio di abbigliamento e accessori di qualità di cui esiste una comunità virtuale.

Insomma, le alternative per trovarsi in rete per scambiare o anche regalare oggetti non mancano: cosa aspettiamo a scoprirli?

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2 Commenti

  1. Sono il webmaster di Reecycle.it e ringrazio l’autore del post per aver ripreso l’articolo dell’Espresso 🙂
    Rispondo a Max: hai ragione in linea di massima, il baratto “ripetitivo” è per legge a tutti gli effetti un’attività di impresa, e come tale tassabile; il baratto occasoinale invece è normato come attività “libera” e non richiede dichiarazioni e imposte. Naturalmente va distinto in maniera quantitativa cos’è il ripetitivo e cosa l’occasionale, e basta ricordare che in fin dei conti siamo in Italia…

    Dico brevemente la mia sul baratto: utile, una new economy da sviluppare, ed un “commercio social” che stimola anche i rapporti positivi tra persone, ma con la sostenibilità ambientale non ha molto a che fare.
    Se sei disposto a barattare un oggetto, ma non a regalarlo, allora significa che non rischi di buttarlo in un cassonetto un domani, ma piuttosto lo tieni in casa a prender polvere. Nessun “pericolo” per l’ambiente.
    Un oggetto regalato invece aiuta l’ambiente più di uno barattato: hai evitato di buttarlo in un cassonetto e quindi lasciarlo a marcire in una discarica.

  2. Siamo proprio certi che praticando il baratto non si incorra in problematiche di tipo fiscale?
    Purtroppo, per quello che ne so, ogni trasferimento di beni (soprattutto se sistematico) deve mettere in conto il guadagno del venditore (anche figurativamente) ed un privato che non possa dedurre i costi, si troverebbe solo utili.
    Che ne pensate?

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