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Antibiotici in pesce e carne proveniente da allevamenti intensivi

Sempre più presenti gli Antibiotici in pesce e carne che provengano da allevamenti intensivi, meglio esserne sempre consapevoli.

L’allevamento intensivo è una realtà sempre più comune e diffusa a causa della richiesta massiccia di proteine animali.

Antibiotici in pesce e carne proveniente da allevamenti intensivi

La necessità di soddisfare questa domanda ha indotto il sistema produttivo meccanizzando la vita di polli, conigli, pecore, maiali e mucche, come mostrato anche da documentari quali quello della PETA, dove vediamo a quali condizioni di vita altamente stressanti vengano sottoposti (ridotti spazi, luce artificiale 24 h su 24, alimentazione coatta e altre forme di maltrattamento).

A causa dello stress costante, degli spazi ristretti che facilitano le possibilità di contagio, gli animali tendono ad indebolirsi e ammalarsi facilmente: è questo il motivo per cui, senza averne spesso consapevolezza, chi consuma carni e pesci provenienti da allevamenti intensivi, può ingerire anche gli antibiotici con cui i capi vengono trattati.

L’utilizzo anche di piccole dosi di farmaci sugli animali da allevamento può contribuire allo sviluppo di ceppi batterici sempre più resistenti alle cure nell’uomo.
Tra i batteri divenuti più difficili da combattere, ad esempio figura un ceppo del temibile Escherichia Coli, in grado di provocare colite emorragica e insufficienza renale.

 

Di fatto, se si continua a sostenere una tale richiesta di proteine animali, non sarà facile contrastare questa tendenza nell’impiego di farmaci per animali provenienti da allevamenti intensivi.

Solo una riduzione drastica dei consumi e un maggior bilanciamento delle diete a favore delle proteine vegetali potrà portare con sé un’inversione di tendenza.
Del resto saranno scongiurate anche tutte quelle patologie derivanti dall’assunzione massiccia di proteine animali a cui abbiamo già accennato in altre occasioni (vedi ARTICOLO).

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