Ambiente

Api: insetti più importanti di quanto si pensi per l’ambiente

Le api, secondo qualcuno, sono semplicemente dei piccoli insetti che producono miele. La loro importanza è molto più alta. Vediamo perché e che cosa succederebbe se non ci fossero.

Api: insetti più importanti di quanto si pensi per l’ambiente

Quando parliamo di animali da produzione, produzione di qualsiasi alimento, non si pensa mai alle api. Pensiamo alle mucche, ai maiali, ai polli, magari alle pecore, ma al “più piccolo animale domestico del mondo” non ci pensa mai nessuno. Eppure le api, per importanza economica, sono il terzo “allevamento” da reddito più importante del mondo: seguono i bovini, che sono in prima posizione, e i suini, in seconda, ma superano i polli, che sono i quarti.

Ma come è possibile che un insetto che, in gruppo, riesce a produrre 15 kg di miele all’anno sia più importante di animali che fanno uova e producono carne, peraltro una delle carni più consumate?

Spesso ci fermiamo a pensare solamente al fatto che le api producano miele, quando in realtà non fanno solo questo. Se stamattina avete mangiato un frutto, è merito di un’ape. Se bevete un frullato, se mangiate una marmellata, se bevete un succo di frutta, è perché c’è stata un’ape.

Impollinazione

Le api sono molto importanti per l’impollinazione. Avete mai fatto caso che i fiori degli alberi da frutto sono veramente molto belli da vedere? E profumati da annusare? Questa caratteristica non è casuale, ma è fatta proprio per attirare le api. Con “api” non si intende, infatti, solo l’apis mellifera, che è quella che produce il miele, ma oltre 20.000 specie di insetti simili che hanno una caratteristica comune: si nutrono del nettare dei fiori.

Quello che fanno, tuttavia, quando vanno a prendere il nettare per poi metterlo nell’alveare e produrre il miele, non è l’unica cosa importante. Anche nelle piante esistono maschi e femmine, e i gameti maschili e femminili devono incontrarsi, in modo che il maschile fecondi quello femminile e diano origine ad un “figlio”, che è il seme, racchiuso in un involucro che è il frutto. Il seme, nelle condizioni ideali (nel terreno) darà origine ad un’altra pianta.

I fiori rappresentano sia il gamete maschile che quello femminile, anche se sono fatti in modo che una pianta non possa autofecondarsi. Il pistillo, che è il centro del fiore, produce il gamete maschile che si chiama polline. Il gamete femminile, invece, si trova alla base del fiore.

L’ape, entrando nel fiore, alla base, per prendere il nettare, si fa una bella ‘doccia’ di polline, perché mentre entra la sua peluria si impregna di questa sostanza; poi l’ape si sposta su un altro fiore, su un’altra pianta e rilascia il polline nell’altro fiore, aiutando la fecondazione della pianta. Insomma, se una pianta non avesse un fiore bello e profumato l’ape non lo noterebbe e non lo feconderebbe mai.

La fecondazione, l’incontro tra il polline e il gamete femminile alla base del fiore, è l’evento che darà il via alla crescita del frutto: dunque se le api, che sono gli insetti che raccolgono il nettare (già le farfalle o le vespe lavorano in modo diverso), non ci fossero, non ci sarebbe la frutta. In uno scenario del genere andremmo al supermercato e non solo vedremmo lo scaffale del miele tristemente vuoto, ma anche quello della frutta e di alcuni tipi di verdura. Ed è da questo che si capisce quanto le api siano economicamente importanti per l’ambiente.

E questo ci fa anche capire quanto stiamo perdendo: ci sono alcuni parassiti come la varroa che stanno rovinando le api, e per questo non possiamo fare nulla come cittadini, ma anche l’inquinamento sta drasticamente riducendo le popolazioni. E qui si, si può fare qualcosa, perché se tutti facciamo una piccola buona azione i risultati possono essere grandi ed importanti. Perché le api sono piccole, sembrano insignificanti, ma non ci rendiamo conto di quanto il loro lavoro sia importante nella nostra vita.

Pensiamoci, perché la frase attribuita ad Einstein (anche se sembra non l’abbia pronunciata lui) “Se le api scomparissero, all’uomo non rimarrebbero che quattro anni di vita” non era proprio del tutto sbagliata.

Valerio Guiggi

Classe 1988. Laureato in Veterinaria e abilitato alla professione, si è sempre interessato alla branca della veterinaria che si occupa di Sicurezza Alimentare e Ispezione degli Alimenti, discipline per le quali a fine 2016 diventa specialista. Nella vita si occupa di consulenza sanitaria e normativa ad aziende che producono alimenti. Da sempre appassionato di scrittura, diventa articolista parlando di tematiche tecnologiche nel 2011 per unire la sua passione alla sua professione dopo la laurea. Scrive su Tuttogreen da giugno 2015, occupandosi di tematiche inerenti la sicurezza e la qualità alimentare.

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