Mamma e bambino

Autosvezzamento: il lato ecologico dell’alimentazione infantile

Anche questo mese torna Roberta Bartocci, la nostra veg coach, con un nuovo articolo. Questa volta ci parla di autosvezzamento, ossia la possibilità di svezzare il nostro bimbo, senza dover ricorrere ai soliti manualetti standard del pediatra che prevedono sempre un’introduzione graduale dei cibi ridotti a crema e non prendono in considerazione la possibilità di comunicare già ai neonati il piacere del cibo e dello stare assieme a tavola.

Autosvezzamento: il lato ecologico dell’alimentazione infantile

Ricordiamo che potete fare domande alla veg coach collegandovi a questo form e leggere le principali risposte pubblicate finora nella stanza di discussione dedicata nel Forum di TuttoGreen.

Ma ecco cosa ci scrive Roberta sulla questione.

‘Se vi dicessero che un neonato che non abbia ancora emesso neanche un dente è in grado di masticare ci credereste? E che un bambino può iniziare il passaggio dall’alimentazione lattea a quella solida seduto a tavola con mamma e papá, magari a cena tutti insieme, e non mangiando un improbabile pranzo fatto di pappe omogeneizzate alle 11:30?

Sono alcune delle indicazioni dell’autosvezzamento, illustrato nei principi pratici e nelle basi teoriche nel testo del dott. Luciano Piermarini, medico pediatra che ha recepito gli insegnamenti del suo maestro e nel relativo sito web di riferimento (autosvezzamento.it) sfata alcuni ‘miti’ pediatrici legati all’introduzione di cibi solidi nei piccolini, spiegando ad esempio il funzionamento del riflesso di masticazione nei neonati, o come non ci sia alcuna base scientifica nell’aggiungere cibi gradualmente per controllare l’insorgenza di manifestazioni allergiche (l’uovo non prima degli 11 mesi, i legumi non prima dei 7/8, gli agrumi e le fragole dopo i 12 mesi etc…).

L’autosvezzamento, come suggerisce il termine stesso, prevede in sostanza che si ascoltino e si osservino i segnali del bambino e che lo si aiuti nel suo percorso esplorativo di scoperta dei cibi diversi dal latte senza imporre protocolli standard. Un bimbo autosvezzato siede a tavola con i suoi genitori, quindi probabilmente mangiando con loro per la prima volta a cena e non a pranzo solo con la mamma e lo si lascia libero di assaggiare quello che mangiano i genitori.

FOCUS: Svezzamento vegetariano in pratica

Questo implica pertanto che l’alimentazione di casa sia più che curata e controllata, salvo poi evitare cose ovvie come alcolici e caffeina. Ma per il resto non c’è ragione scientifica per cui un lattante di 6 mesi non debba avviare la sua alimentazione con un bel piatto di spaghetti invece che con pappe cremose e insipide, secondo quanto descritto da chi ha conoscenza e pratica del classico modello di svezzamento.

I neonati, con le dovute accortezze, spiega Piermarini nel suo libro, sono in grado di masticare e tagliare anche con le sole gengive, pertanto non è necessario abituarli a preparazioni semiliquide, cosa che invece ostacolerebbe un fluido rapporto con il cibo negli anni successivi: capricci a tavola, inappetenze e relative ansie genitoriali, con l’autosvezzamento possono essere più facilmente evitati.

Il punto centrale di questo modello di svezzamento non sono orari, quantitativi e proporzioni, quanto la qualitá e varietá di ciò che mangiano mamma e papá.

I 9 mesi di gravidanza peraltro sono un ottimo momento per allenarsi ad abitudini sane a tavola, più i 6 che precedono lo svezzamento, considerato che i sapori dei cibi ingeriti dalla mamma arrivano al bambino attraverso il liquido amniotico e successivamente attraverso il latte.

Un approccio quindi ecologico sotto il profilo mentale perchè libera dal seguire protocolli prestabiliti, responsabilizza i genitori, che per dare un’alimentazione sana al proprio bambino dovranno curare la propria, accrescendo la loro autostima poichė verificheranno la possibilitá di favorire la salute del proprio figlio attraverso le proprie scelte e non quelle di qualcun altro, che magari, vedi le multinazionali, ci speculano anche sopra…’.

Una posizione di grande libertà peri genitori ma anche di responbsabilità delle proprie scelte alimentari, non c’è che dire! Chi di voi vuole provare o ha già fatto questo percorso con il proprio bimbo, ce lo può raccontare nel forum, alla sezsione dedicata alla nostra veg coach, così come farle domande più approfondite o personali sulla dieta vegetariana e vegana.

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Roberta Bartocci

Laureata in biologia, è una nutrizionista di lunga data attiva sul suo sito vegcoach.it, esperta di cucina vegetariana ma soprattutto vegana e di cucina naturale.

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