Riciclo creativo

Baratto, swapping e riuso, siti per il riciclo di oggetti vecchi

Una volta si chiamava baratto, ovvero lo scambio tra due parti di beni, merci o servizi praticato in assenza di moneta. Oggi, all’epoca di internet, prende il nome di swapping, parola inglese che deriva da ‘swap’ che significa letteralmente ‘scambio’.

Baratto, swapping e riuso, siti per il riciclo di oggetti vecchi

Comunque lo si voglia definire, il baratto è la forma più antica di commercio basata su un accordo condiviso tra le parti senza il ricorso ad una valutazione monetaria ma effettuato su valutazioni quantitative e qualitative dei beni scambiati, spesso strettamente legate al loro utilizzo finale. In pratica, nel baratto ciò che conta è soddisfare un bisogno reciproco, più che un interesse economico, e stringere un rapporto fiduciario ed essenzialmente informale con il partner commerciale.

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Oggi il baratto è tornato in auge soprattutto come forma di risparmio e la sua rivalutazione – facilitata dalla nascita di siti specializzati, gruppi di baratto organizzati e le potenzialità offerte dal web – è sempre più legata ad una ritrovata coscienza ecologista che spinge le persone a riutilizzare gli oggetti vecchi, allungare il loro ciclo di vita e contrastare ogni forma di spreco economico e ambientale. In pratica, piuttosto che disfarsi di qualcosa che non ci serve, si può tentare di scambiarla con qualche altra cosa che potrebbe servirci e che a sua volta viene ceduta da qualcuno animato dalla stessa esigenza.

Quando tutto questo avviene o parte dal web si parla di swapping, ovvero la forma attualmente più popolare, informale e semplice di scambio on line. Negli ultimi anni sono nati centinaia di forum, applicazioni ad hoc, gruppi e portali specializzati accessibili in maniera completamente gratuita in cui centinaia di migliaia di utenti si incontrano per scambiarsi ogni genere di oggetto o gadget nelle modalità più svariate, e lo scambio può riguardare finanche beni immateriali come informazioni, opinioni o foto a tema (e-mail swap).

Che siano virtuali o fisici, i luoghi del baratto stanno diventando dei punti di incontro dove le persone si dedicano allo scambio di oggetti per contrastare la tendenza tutta moderna al consumismo e contribuire alla difesa dell’ambiente producendo meno rifiuti. Una scelta saggia da un punto di vista economico, ma soprattutto ecologica, che finalmente sta cominciando a spopolare anche nel nostro Paese.

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swap party
Cosa proporre in uno swap party?

Per avvicinarsi al mondo del baratto o dello swapping è possibile partire da siti specializzati come la comunità Zero Relativo (il cui slogan recita ‘Il tuo oggetto è la tua moneta’), dove tutti gli iscritti possono cercare l’oggetto desiderato attraverso un apposito motore di ricerca e mettere a disposizione della community il proprio in attesa di essere contatti per lo scambio.

C’è anche reecycle.it, sito di annunci dove si regalano oggetti usati, scambioscambio.it, un sito di riutilizzo e baratto asincrono dove gli oggetti da scambiare o regalare non si valutano in denaro ma in crediti che potranno essere utilizzati per ottenere altri oggetti.

Altro siti interessanti per lo scambio di abiti, bijoux e scarpe è e-barty.it, perfetto per rimediare un guardaroba a zero euro! Poi ci sono i siti di puro scambio, come coseinutili.it, che permettono di barattare sia gli oggetti che avete messo ormai in soffitta che le vostre capacità, eventualmente acquisendo crediti poi spendibili.

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swap green
Baratto di piccola bigiotteria

Se non siete navigatori provetti del web e preferite recarvi in uno dei tanti mercatini per il baratto (tra temporanei e permanenti ce ne sono a bizzeffe) potete consultare il sito eco-riciclo.it, il primo sito italiano nato per barattare, scambiare, donare o semplicemente prestare qualsiasi tipo di oggetto con tanto di motore di ricerca per trovare il mercatino più vicino a casa propria. In quella che potremmo definire ‘la nuova epoca del baratto’.

Infine, ci si scambia perfino il tempo attraverso delle apposite ‘banche’: sono le cosiddette ‘Banche del tempo’, ovvero dei particolarissimi istituti di credito in cui i ‘clienti’ non depositano soldi ma tempo da scambiare con le logiche di una vera e propria banca. Il conto corrente-tempo di ogni socio, infatti, non contiene denaro ma movimenti di dare-avere intercorsi con altri correntisti.

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In questo modo chiunque può offrire un’ora del proprio tempo, delle proprie competenze e professionalità ricevendo in cambio lo stesso tipo di sostegno.

E dal momento che lo scambio è equo, reciproco e basato sul concetto del dare-avere, la banca del tempo diventa un’associazione libera da vincoli etici o morali tipici delle associazioni di volontariato. In poche parole chi vi entra sa che il proprio tempo è effettivamente ‘denaro’ e dal suo scambio nascerà una vera e propria transazione-tempo. Ogni città italiana, ormai, ha la propria Banca del tempo, basta cercarla sul sito ufficiale dell’associazione nazionale www.associazionenazionalebdt.it per conoscere quella più vicina al proprio domicilio.

Il denaro non è tutto. Lo scambio, invece, è opportunità di crescita, solidarietà, incontro e salvaguardia ambientale. Non credete che sia giunto il momento di tornare alle vecchie e sane abitudini?

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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