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Basta con pelliccia e avorio nei paramenti sacri!

Che la religione cristiana parli anche di amore e rispetto per gli animali e per tutte gli esseri viventi del creato è noto a tutti. Ma sono molti meno coloro che sanno quanto la chiesa cattolica faccia uso di pellicce e preziosi oggetti in avorio durante le manifestazioni religiose più importanti e solenni.

Basta con pelliccia e avorio nei paramenti sacri!

E a lanciare un appello agli alti ranghi della curia vaticana ci ha pensato l’Enpa (Ente Nazionale per la protezione degli animali) che in una lettera indirizzata a Benedetto XVI chiederà ufficialmente di porre fine all’uso di pellicce e avorio nel confezionamento di abiti, paramenti, suppellettili e vesti liturgiche.

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La richiesta sarà accompagnata dalle migliaia di firme raccolte in tutto il mondo dall’organizzazione attraverso una petizione senza frontiere lanciata su avaaz.com che verrà consegnata in triplice copia al Papa, alla Conferenza Episcopale Italiana e al Governatorato della Città del Vaticano.

L’obiettivo dei promotori è, ovviamente, esortare i rappresentanti dello Stato Vaticano a smettere di comprare avorio e pellicce di ermellino da paesi in cui il bracconaggio e lo sfruttamento del lavoro mietono migliaia di vittime ogni anno mettendo a serio rischio la sopravvivenza degli animali e le popolazioni locali il cui patrimonio faunistico e naturalistico è l’unica vera ricchezza per la quale valga la pena battersi.

Per chi non lo sapesse, le pellicce di ermellino sono particolarmente utilizzate nei paramenti sacri. Durante l’inverno, ad esempio, il Papa indossa una mozzetta bordata di ermellino e diversi prelati utilizzano mantelline simili interamente impellicciate durante le cerimonie più solenni. In avorio, invece, sono molti calici e ostensori utilizzati durante le messe.

E dal momento che il traffico di pellicce e di avorio è fonte di tanto dolore e sofferenza, non sarà difficile per la curia ammettere la profonda antitesi di tutto ciò con i dettami etici di una religione che non può essere in alcun modo responsabile di simili atrocità.

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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