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Bikenomics: quando la bicicletta fa bene anche all’economia

La disciplina che studia i vantaggi economici derivanti dalla promozione dell'uso delle biciclette

Bikenomics è un termine che si riferisce all’analisi economica di come un diffuso utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto possa influire positivamente sull’economia, soprattutto locale, sull’ambiente e sulla società.

Bikenomics: quando la bicicletta fa bene anche all’economia

Si tratta di una vera e propria disciplina che nasce dall’osservazione empirica di come la promozione dell’utilizzo delle biciclette sia stata in grado di influenzare l’economia in vari ambiti locali, oltre a portare benefici sociali e ambientali.

In questo articolo, vedremo quindi alcune conseguenze ed esempi concreti dei vantaggi che derivano dal maggior impiego della bici come mezzo di spostamento: vantaggi per l’ambiente, ma anche per l’economia, locale soprattutto.

Da dove viene la Bikenomics

Questo termine, che deriva dalla fusione delle parole bike ed economics, è diventato popolare e utilizzato come sinonimo di “economia della bicicletta” a seguito della pubblicazione di un libro di discreto successo, “Bikenomics: How Bicycling Can Save the Economy“, scritto da Elly Blue e pubblicato in prima edizione nel 2013.

Il libro di Elly Blue presenta una prospettiva innovativa e coinvolgente sulle dinamiche dei nostri spostamenti e i costi connessi, sia a livello familiare che sociale. Il libro inizia scrutando i reali costi dei trasporti negli Stati Uniti per poi esplorare gli impatti civici attuali del nostro sistema di trasporti.

Attraverso storie coinvolgenti, Blue racconta le esperienze di individui, aziende, organizzazioni e città che stanno investendo nell’ambito del trasporto su due ruote, con diversi esempi di impatti positivi inaspettati sull’economia locale e nazionale. A proposito, qui c’è il libro (in inglese, a prezzo accessibile, se usate un Kindle):

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Bikenomics: i vantaggi dell’economia della bicicletta

Ma quali sono le ricadute positive dell’utilizzo della bicicletta? Possiamo racchiuderle nelle seguenti tipologie di benefici.

Sviluppo del settore ciclistico e del commercio locale

La prima e ovvia conseguenza di una accresciuta adozione della bicicletta come mezzo di trasporto è lo stimolo offerto alla domanda di biciclette, accessori, abbigliamento e servizi correlati. Naturalmente, ne beneficiano direttamente i negozi di biciclette, le officine di riparazione e le aziende legate al settore ciclistico. La promozione dell’attività ciclistica contribuisce anche alla crescita del settore del fitness e del benessere, dato che le palestre, gli istruttori personali e le aziende legate al fitness possono beneficiare di una popolazione più attiva.

Ma è stato osservato anche come i piccoli negozi locali, di quartiere, tendano a beneficiare, a scapito dei grandi magazzini e centri commerciali, di una maggiore diffusione della bici come mezzo di trasporto: non usare sempre la macchina per fare acquisti, magari a decine di chilometri di distanza, ci costringe a scoprire meglio e considerare anche l’offerta più vicina alla nostra residenza.

Tradotto in termini ancora più semplici: bicicletta vuole dire più soldi reinvestiti nella comunità.

Sviluppo del cicloturismo

Le città e le regioni bike-friendly sono in grado di attirare turisti interessati al ciclismo. Va evidenziato come non solo le attività turistiche, come noleggi di biciclette, tour guidati e servizi correlati, possono contribuire all’economia locale. Ma anche come il cicloturismo possa rappresentare una chiave di sviluppo economico e di valorizzazione delle risorse naturali, storiche ed artistiche di diversi territori.

Risparmio individuale e familiare

Sappiamo tutti quanto costi l’auto, la sua manutenzione, il carburante, i parcheggi… L’utilizzo della bicicletta può dunque ridurre anche sensibilmente queste voci di costo, che incidono non poco sul bilancio familiare medio. I risparmi individuali si traducono in maggiore reddito disponibile per individui, famiglie e di conseguenza maggiori possibilità di spesa in diversi ambiti.

Riduzione dei costi sanitari

La bici non migliora solo l’umore: al contrario, la promozione del ciclismo può portare a una popolazione più sana, con minori costi sanitari associati a malattie correlate alla sedentarietà. Bikenomics significa dunque anche meno spese sanitarie significano, che a loro volta significano meno spese per noi contribuenti.

Sviluppo urbano e immobiliare

È stato osservato empiricamente come le città bike-friendly tendano a beneficiare di un aumento del valore degli immobili, in quanto le persone apprezzano la vivibilità e l’accessibilità ciclabile. A loro volta, aree urbane più attraenti e vivibili tendono ad attirare investimenti e favorire lo sviluppo economico.

Riduzione dei costi del traffico

L’uso della bicicletta riduce la congestione del traffico, contribuendo a minori costi associati al traffico stradale, come i tempi di percorrenza e il consumo di carburante. La riduzione dei costi del traffico può quindi avere impatti positivi sull’efficienza economica complessiva.

Riduzione dell’impatto ambientale

La transizione verso la mobilità dolce aiuta a ridurre l’impatto ambientale legato all’uso di veicoli a motore. A sua volta, la riduzione dell’impatto ambientale comporta la riduzione dei costi correlati all’inquinamento. Si tratta di un tema che molto spesso si dimentica: quando ne beneficia l’ambiente, alla lunga, ne beneficia anche il portafoglio, inteso come finanza pubblica.

Esempi di bikenomics

Ma vediamo alcuni casi concreti di bikenomics. Tre esempi su tutti (purtroppo non nel nostro paese).

Copenaghen, Danimarca

La capitale danese è nota per essere una delle città più bike-friendly al mondo, con un elevato numero di ciclisti e infrastrutture ciclabili ben sviluppate. Secondo uno studio del 2016 condotto dall’Istituto di Politica dei Trasporti della Danimarca, il ciclismo a Copenaghen contribuisce con circa 850 milioni di euro all’anno all’economia della città. Questo include benefici come minori costi sanitari, maggiore produttività lavorativa e riduzione delle emissioni di carbonio.

Ma in Danimarca sono stati in grado di quantificare meglio il profilo costi/benefici di ogni chilometro percorso in bici. In un famoso studio realizzato dalla Lund University di Copenaghen nel 2015 è stato stimato come, in generale, ogni chilometro percorso in bicicletta costi 6 volte meno rispetto ad ogni chilometro percorso in auto, con conseguente risparmio per la comunità (Fonte: lo studio della Lund University).

bikenomics: copenhagen
Copenhagen è un perfetto esempio di successo di bikenomics.

Amsterdam, Paesi Bassi

L’altra capitale della mobilità dolce è sicuramente Amsterdam, nota per essere una città ciclabile per eccellenza, con un’elevata percentuale di pendolari che utilizzano la bicicletta come mezzo principale di trasporto, al punto che anche parcheggiare la bici ad un certo punto è diventato difficile.

Qualche numero? Un rapporto del 2011 del governo olandese ha stimato che l’uso della bicicletta generasse benefici economici annuali di oltre 19 miliardi di euro nei Paesi Bassi. Questa cifra include risparmi in termini di salute pubblica, riduzione dei costi del traffico e miglioramento dell’accessibilità urbana.

Portland, Stati Uniti

Si tratta non a caso della città dove vive Elly Blue, l’autrice del libro citato in apertura, che ha avuto il merito di rendere popolare il termine bikenomics. Portland è stata pioniera negli Stati Uniti nella promozione del ciclismo urbano, investendo in infrastrutture ciclabili e programmi di incentivazione.

Anche qui può essere utile qualche numero. Uno studio del 2012 commissionato dal Portland Bureau of Transportation ha evidenziato che il ciclismo contribuisce con oltre 400 milioni di dollari all’anno all’economia locale. Questo include spese legate alla vendita di biciclette, accessori, e servizi, oltre a benefici indiretti come il miglioramento della salute pubblica e la diminuzione dei costi legati al traffico.

Questi esempi dimostrano come investire nelle infrastrutture ciclabili e promuovere il ciclismo possa generare impatti economici significativi. Tra questi, ricordiamo i risparmi in termini di salute pubblica, una maggiore attrattività turistica e una diminuzione dei costi legati ai trasporti. E, poi, la valorizzazione del piccolo commercio cittadino. Inoltre, non mancano effetti economici positivi indotti dalla migliore vivibilità delle città dove è facile muoversi sulle due ruote.

Questa è, in estrema sintesi, la bikenomics: la stima dell’impatto economico positivo che il maggior utilizzo della bicicletta induce.

Naturalmente, la cifra esatta varia a seconda del contesto specifico, in base a diversi fattori: ma l’orientamento generale è quello di un contributo positivo all’economia locale ed anche nazionale.

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Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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3 Commenti

  1. al riguardo un interessante libro di Ivan Illich: energia ed quità (o elogio della bicicletta).
    “el socialismo puede llegar sòlo en bicicleta”

  2. Ecco il corretto link per lo studio della bicicletta.
    http://bfw.org/for-your-community/reports-guides-and-plans/

    Poi, il gruppo Salva I Ciclisti avrà un convegno il 5 e 6 Ottobre per sviluppare, insieme con altri gruppi, un programma completo per l’Italia. Sarà presso in Reggio Emilia. Ecco il link per più informazione:
    http://www.salvaiciclisti.it/

    Grazie per segnalare i punti importanti. Sempre ero perplessa che gli Italiani non sfruttavono la bicicletta come gli altri paesi europei. L’Italia ha un’infrastruttura molto meglio che gli Stati Uniti, con distanze piccole e negozi vicini. Negli Stati Uniti, invece, le distanze e strade sono enorme e le zone residenziale sono isolate.

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