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Certificazioni ambientali: sempre più richieste secondo l’Ispra

Meglio spendere qualche euro in più, per avere in mano prodotti più verdi e garantiti. Secondo il recente Annunario dei dati ambientali di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), sulle etichette italiane le certificazioni ambientali sono in crescita.

Certificazioni ambientali: sempre più richieste secondo l’Ispra

Il 60% dei cittadini ha fiducia nelle informazioni riportate sulle confezioni, sulla stessa scia si pongono anche le aziende. Diverse sono le sigle che circolano, una di queste è l’Ecolabel, marchio comunitario (a gestione volontaria) creato nel 1992 per certificare prodotti realizzati con il minor impatto possibile. Tra il 1998 e il 2010, nel Belpaese sono state rilasciate 245 licenze Ecolabel UE per un totale di 8.982 prodotti-servizi etichettati, soprattutto nel settore turistico.

Passiamo ad un altro marchio, l’Eco-Management and Audit Scheme, più semplicemente Emas. Si tratta del sistema europeo di ecogestione e audit volto a migliorare l’ambiente, fornendo utili parametri e strumenti di valutazione ai soggetti responsabili, che si tratti di organizzazioni, autorità di controllo o consumatori. Figure che sempre più numerose si registrano: dal 2010 al 2011, il totale delle registrazioni effettuate, è passato da 1.263 a 1.375.

Crescono anche le richieste di certificazione UNI-EN-ISO 14001, adottata per la prevenzione o riduzione degli impatti ambientali; riduzione di utilizzo di materie prime ed energia implicati nei processi aziendali, la riduzione di emissioni o rifiuti, infine il miglioramento della qualità ambientale per mezzo di strategie gestionali e investimenti tecnologici.

Oggi si contano 15.039 bollini ISO, un valore assoluto ben superiore alle 12.464 unità dell’anno 2009. A farne richiesta, un lungo elenco di realtà professionali, dalle imprese di costruzione, ai rami energetico e metalmeccanico, passando per le industrie alimentari, i trasporti e la Pubblica Amministrazione.

Per tutti, la medesima parola d’ordine: sostenibilità ambientale!

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