Bioedilizia

Che cos’è la casa passiva e quanto si risparmia

Come risparmiare energia e avere un comfort termico ottimale con materiali sostenibili, isolamento termico, esposizione ideale

La casa passiva è attualmente il modello di abitazione che consente il maggior risparmio energetico. È un’invenzione tutta europea e rappresenta uno dei più preziosi contributi che la ricerca universitaria ha offerto allo sviluppo di un’edilizia sostenibile.

Che cos’è la casa passiva e quanto si risparmia

Cos’è una casa passiva

Chiamata anche alla tedesca, Passivhaus, è una costruzione che consuma pochissimo in termini energetici e permette di risparmiare molto in termini economici.

Segue uno standard edilizio specifico che permette di massimizzare le prestazioni energetiche degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, pur mantenendo alto il comfort abitativo, ricorrendo a materiali e soluzioni progettuali intelligenti ed energie rinnovabili.

Da dove viene la casa passiva

Ma facciamo subito un po’ di storia. La casa passiva è un concetto che nasce una trentina di fa ed è una storia interessante.

Correva l’anno 1988 e due università nordeuropee decisero di collaborare per concepire una nuova generazione di abitazioni. L’idea di partenza era sfruttare la qualità dei materiali costruttivi e l’esposizione solare per ridurre al minimo il fabbisogno energetico per il riscaldamento interno dell’edificio. I protagonisti di questa collaborazione erano il fisico tedesco Wolfgang Feist e Bo Adamson, ricercatore presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Lund in Svezia.

Il risultato della collaborazione fu sorprendente: si scoprì che combinando insieme in maniera coordinata vari dispositivi e accorgimenti per l’isolamento termico e l’efficienza energetica, si potevano creare edifici che quasi non avevano bisogno di essere riscaldati. Anche in inverno e con i freddi climi del nord!

I dispositivi utilizzati non erano nuovi:

  • coibentazione delle pareti
  • infissi termici
  • posizionamento dell’edificio studiato per la migliore esposizione solare
  • impianto di ventilazione per recuperare calore durante la necessaria circolazione dell’aria tra interno ed esterno

Ma coordinando questi dispositivi in maniera ragionata e portando al massimo il livello qualitativo dei materiali di costruzione, si ottenevano edifici la cui efficienza energetica era di gran lunga superiore non solo rispetto agli edifici tradizionali, ma anche rispetto a quelli progettati secondo le più recenti normative termiche.

Da allora le case passive si sono diffuse. Dapprima nei paesi dell’Europa settentrionale e centrale, Germania, Svezia, Austria, Olanda, Svizzera, Francia. Edifici basati sul concetto della casa passiva sono stati recentemente realizzati anche negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l’Italia, da qualche anno sul territorio nazionale sorgono varie case passive ma si sta ancora lavorando a un corretto adeguamento del progetto originale dal clima continentale a quello temperato della regione mediterranea.

Ma vediamo alcuni aspetti fondamentali su questa tipologia di abitazione e quali interventi fare per rendere la casa sostenibile.

Come funziona una casa passiva

Dal punto di vista tecnico, la casa passiva deve la sua efficienza alla combinazione di una serie di accorgimenti essenziali: isolamento termico, calore interno, finestre termiche, forma ed esposizione e ventilazione. Vediamoli da vicino.

  • Isolamento termico. Ottenuto grazie all’aumento dello spessore del materiale isolante (circa 30 cm contro gli 8-10 cm delle case tradizionali), e collocando un cappotto termico esterno, cioè delle lastre di materiale isolante nella parte più esterna della parete, anziché nel lato interno come normalmente avviene. L’isolante è disposto su tutte le pareti esterne dell’edificio nella loro interezza, senza tralasciare la corretta coibentazione del tetto.
  • Calore interno. Grazie al perfetto isolamento termico, l’edificio riesce a riscaldarsi grazie a fonti di calore che si trovano i tutte le case, ma che di solito passano inosservate. Tra queste: gli elettrodomestici attivi, l’illuminazione domestica, il sole che entra dalle finestre, la cucina, l’acqua calda che scorre nel bagno, gli stessi esseri umani che vi abitano. Benché minima, la quantità di calore prodotta da queste fonti risulta niente affatto trascurabile quando viene adeguatamente preservata.
  • Finestre termiche. Un punto debole nell’isolamento degli edifici è generalmente costituito dalle finestre. In una casa passiva il vetro delle finestre è triplo anziché doppio. La superficie vetrata diventa in questo modo più isolante della cornice stessa dell’infisso, motivo per cui si tende a progettare poche grandi finestre invece che tante finestre piccole. Le finestre grandi aumentano la luminosità e il calore prodotto dai raggi del sole. Al tempo stesso, diminuiscono le perdite di calore attraverso la struttura dell’infisso.
  • Forma ed esposizione. L’isolamento termico è ottenuto anche grazie allo studio della forma dell’edificio. Edifici di volume compatto mantengono meglio il calore rispetto a edifici dal volume spezzettato o distribuito. Bisogna prevedere una corretta esposizione dell’edificio rispetto al sole. In questo modo, le pareti più soleggiate saranno capaci di assorbire il calore, per esempio attraverso superfici vetrate. Le pareti più fredde e meno soleggiate saranno invece perfettamente coibentate. Nei climi temperati occorre prevedere, al tempo stesso, una sufficiente ombreggiatura delle pareti rivolte verso il sole. Ciò è necessario per mantenere la casa fresca nei mesi estivi.
  • Ventilazione. La circolazione dell’aria tra interno ed esterno è necessaria in tutti gli edifici ma in genere provoca forti perdite di calore. Nella casa passiva il problema è aggirato grazie a una ventilazione controllata meccanicamente. Cosa vuol dire? Si tratta di un sistema che, attraverso un motore ad alta efficienza energetica e un apposito dispositivo per lo scambio di calore, permette all’aria in entrata di assorbire fino all’80-90% del calore dell’aria in uscita, prima di circolare all’interno. Tale forma di ventilazione meccanica serve anche a uniformare la temperatura delle diverse stanze dell’edificio. Recupera il calore dalle stanze dove se ne produce di più (come il bagno, la cucina, e gli ambienti più affollati) per cederlo alle stanze più fredde, come le camere da letto e il soggiorno. Allo stesso tempo, permette di ricambiare l’aria viziata.
casa passiva
Un altro splendido esempio di casa passiva

Cosa deve avere una casa passiva

Una Passiv Haus, per definirsi tale, dovrebbe avere essere progettata per garantire un elevato comfort abitativo riducendo al minimo il bisogno di sistemi di riscaldamento e raffreddamento attivi.

Si può arrivare ad una buona efficacia attraverso una buona progettazione architettonica e ad un design intelligente dell’edificio che prende in considerazione l’orientamento, i sistemi di ombreggiatura, l’insolazione naturale, un’ottima coibentazione, la gestione intelligente del calore e l’utilizzo delle energie rinnovabili.

  • L’orientamento dell’edificio deve essere ottimizzato in sede progettuale. Una buona esposizione garantisce un’ottima illuminazione naturale, riducendo la necessità di luce artificiale e di riscaldamento. La posizione delle aperture e la percentuale di superfici vetrate servono anche a catturare e trattenere il calore.
    Un buon orientamento e la giusta quantità di pareti vetrate mantengono la casa calda in inverno e fresca in estate, luminosa. Un’adeguata ventilazione naturale attraverso il posizionamento corretto delle finestre, poi, limita l’uso di impianti di climatizzazione estivi.
  • Esternamente dei sistemi di ombreggiatura naturali o artificiali quali tende da sole, frangisole, alberi, e tetto verde, o altri elementi architettonici progettati per bloccare il sole d’estate e ridurre il surriscaldamento, sono ideali per limitare l’utilizzo dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento. elle varie stagioni
  • La coibentazione porta ad un efficace isolamento termico, che deve essere applicato a tutto l’involucro esterno dell’edificio, con un cappotto termico che ricopre pareti, tetto, cantine, e solai. Uno strato di isolante deve limitare la perdita di calore in inverno ed il fresco in estate.
  • Minimizzare i ponti termici è un elemento-chiave di una casa passiva. :Si tratta di zone della costruzione in cui il passaggio di calore verso l’esterno avviene più facilmente (giunti tra muratura e infissi, cambi di materiale per le pareti, giunti tra struttura portante e tamponamento), ma possono essere ridotti il più possibile per evitare dispersioni di calore.
  • La presenza di finestre ad alta efficienza, con doppio o triplo vetro, riempiti con gas inerte con telai ben isolati, sono un altro elemento-chiave per isolare la casa dal freddo.
  • La gestione intelligente del calore prevede l’uso di apparecchiature ad alta efficienza e l’utilizzo di elettrodomestici e sistemi di illuminazione che consumano meno energia.
  • L’impiego di energie rinnovabili per rispondere al fabbisogno energetico della casa, come un impianto solare termico per la produzione dell’acqua calda del riscaldamento oppure dell’energia geotermica, l’uso di pannelli fotovoltaici per produrre energia, o altre forme di rinnovabili permette di produrre energia e ridurre la dipendenza da fonti fossili e risparmiare.

L’importanza di progettazione e materiali

Sulla base di questi punti essenziali, i diversi progetti possono prevedere soluzioni specifiche e dettagli aggiuntivi, sia estetici che funzionali. Alcune case sfruttano ad esempio la geotermia, il calore naturale del terreno, attraverso tubature interrate nel giardino o nel cortile che si diramano nell’edificio.

In alcuni casi lo studio dell’esposizione solare è abbinato all’uso di moderne tecnologie fotovoltaiche. L’ombreggiatura invece può essere fatta sia con elementi architettonici, sia grazie alla piantumazione di specie vegetali adeguate. Un esempio in tal senso è dato dalle piante cedue: perdono il fogliame in inverno, lasciando passare i raggi del sole quando sono più necessari.

Per i materiali poi le possibilità sono ampie: una casa passiva può essere fatta di legno, di mattoni, di cemento.

I notevoli vantaggi di una casa passiva, l’abbiamo visto, sono evidenti: prima di tutto un impatto ecologico enormemente ridotto, grazie all’eliminazione o al ridottissimo uso dell’impianto di riscaldamento, e poi il comfort, grazie ad un’illuminazione ottimale ed una temperatura uniforme nei diversi ambienti interni.

Quali sono i benefici della casa passiva

I vantaggi di chi sceglie di abitare in una casa efficiente sono evidenti soprattutto sul lungo periodo, a fronte di spese per la fase progettuale e per i materiali che all’inizio sembrano più alte. Inoltre, il risparmio per avere un elevato confort abitativo è abbinato al valore che l’edificio mantiene nel tempo, e lo rende più appetibile anche sul mercato, quando è posto in vendita.

Vediamo nel dettaglio quali vantaggi offre.

  • Maggiore comfort termico. Una temperatura interna più stabile durante tutto l’anno, ottenuta grazie all’efficace isolamento e alla tenuta all’aria, che elimina gli spifferi freddi e le correnti d’aria.
  • Buona qualità dell’aria interna. Grazie ad un sistema di ventilazione meccanica controllata è garantito un costante afflusso di aria fresca filtrata, riducendo problemi di umidità, formazione di muffa e gas inquinanti indoor.
  • Risparmio energetico. Il consumo energetico è più basso, fino all’90% in meno di energia usatata per il riscaldamento ed il raffrescamento rispetto agli edifici tradizionali. Questo porta ad un risparmio sostanziale in bolletta. Con l’installazione di sistemi per la produzione di energia rinnovabile, come i pannelli solari, si può addirittura raggiungere l’autosufficienza energetica.
  • Minore dipendenza dalle fluttuazioni energetiche. La spesa minore per il comfort energetico rende la famiglia meno vulnerabile alle variazioni dei prezzi legate alla volatilità del mercato elettrico.
  • Alta qualità dei materiali. Gli standard richiesti per una casa passiva comportano tecniche di costruzione e materiali di qualità superiore, che comportano una maggiore durata dell’edificio.
  • Valore immobiliare più elevato e stabile nel tempo. Il valore di mercato è sempre superiore rispetto a un edificio tradizionale, grazie alle caratteristiche di risparmio energetico ed economico a lungo termine, apprezzate da chi deve acquistare.
  • Maggiore isolamento acustico. L’isolamento termico e la tenuta all’aria si traducono anche in un migliore isolamento acustico, riducendo i rumori esterni.
  • Materiali più ecologici e minore impatto ambientale. I materiali sostenibili usati per aumentare l’isolamento sono anche più sostenibili e riducono le emissioni di CO2 perché si utilizza meno energia per il riscaldamento e il raffreddamento e si sfruttano le energie rinnovabili.

I costi di una casa passiva

L’idea di fondo è che una casa passiva di 100 mq possa esser riscaldata con solo 120 euro all’anno!

Ci sono d’altro canto alcuni problemi, riassumibili in due elementi fondamentali.

Prima di tutto il costo ed in secondo luogo il clima. Il costo di una casa passiva è ancora piuttosto elevato. Anche a fronte del risparmio previsto in termini di bollette luce e gas, l’investimento iniziale può essere ammortizzato solo in un tempo relativamente lungo.

Il costo è dovuto all’alta qualità dei materiali, all’elevata specializzazione dei professionisti di riferimento e alla necessità di utilizzare tecnologie d’avanguardia.

casa passiva

Il secondo probelma riscontrato è legato al caso specifico dell’Italia, che è comune però a tutti i paesi della fascia temperata: la casa passiva è stata ideata per i freddi climi dell’Europa continentale, perciò la semplice trasposizione del modello originale può non essere la scelta migliore quando si costruisce in Italia. In molte regioni italiane il sole e l’afa estivi costituiscono un problema molto maggiore rispetto ai rigori dell’inverno, e questo deve essere tenuto di conto al momento della progettazione.

In Italia, progettare una casa passiva può avere costi addirittura doppi rispetto a quell di una normale costruzione o ristrutturazione. Il costo può variare da 3000 a 5000 euro/mq, quindi una spesa (media) superiore rispetto all’edilizia tradizionale.

Ma non si può fare un calcolo dei veri costi, essendo troppe le variabili in gioco. I risultati sono sempre un risparmio energetico medio del 90% e l’aumento del valore della casa.

Quanto costa una passive house: alla fine il risparmio c’è!

Detto questo, e con tutte le eventualità dei casi specifici, con la casa passiva il risparmio c’è. È stato calcolato che una casa passiva ha bisogno in media di 1,5 l di carburante (equivalenti a circa 15 Kwh) per metro quadrato di superficie abitativa, contro i 10-12 l consumati da una casa tradizionale per il solo riscaldamento. Siamo a un risparmio del 90%!

Per la prima casa passiva in legno costruita in Italia, in Lombardia, è stata conteggiata una spesa per i consumi effettivi, durante il primo anno, di soli 150 euro, comprendenti le spese di riscaldamento e di raffreddamento. Si tratta di una villetta disposta su 3 piani con una superficie complessiva di 600 metri quadri.

Ci auguriamo che la casa passiva diventi sempre più uno standard abitativo comune anche in Italia. Superare il vincolo delle elevate temperature estive tipiche dell’area mediterranea è cosa tranquillamente possibile. L’abbattimento dei costi di una tecnologia che si sta diffondendo sempre più, creando conoscenze specifiche in molti professionisti, aiuta in tal senso.

Solo così potrà diventare un’opportunità e un’opzione fattibile per tutti, quando si tratta di scegliere come costruirsi la propria casa.

Dove si trovano le case passive

Una casa è considerata passiva se progettata seguendo standard ben definiti, stabiliti dal Passivhaus Institut di Darmstadt, in Germania. L’obiettivo è di ridurre la domanda energetica per il riscaldamento e il raffreddamento a un livello tale che possa essere facilmente compensato da fonti rinnovabili, portando a un bilancio energetico quasi nullo o molto basso.

Di edifici che rispondono a questi criteri se ne trovano sempre di più. Evidentemente si tratta quasi sempre di casa unifamiliari di nuova costruzione perché già in fase di progettazione si definiscono i criteri per renderle case a basso impatto. Questo non è facile con la ristrutturazione di un edificio pre-esistente, soprattutto per ché orientamento e ombreggiamento sono elementi definiti dalla progettazione originaria e non più replicabili in fase di ristrutturazione.

In Europa, soprattutto nei Paesi del Nord, fuori dai centri abitati più grossi, che hanno un patrimonio edilizio storico o risalente agli anno ’70-’80, si trovano diverse case costruite con questi nuovi criteri, perché progettate ex-novo e monofamiliari, ma si trovano comuque anche numerosi edifici plurifamiliari e pubblici costruiti con questi criteri.

Quante case passive ci sono in Italia

Cominciano ad esserci sempre più edifici progettati secondo i criteri del Passivhaus Institut, sebbene siano ancora poche le certificazioni eseguite, ma siamo in una fase in cui sempre più abitazioni chiedono la certificazione e scelgono di essere costruite secondo i criteri fissati dall’istituto.

La diffusione maggiore è per ovvi motivi legati al parco abitativo nuovo, alla predilezione per case unifamiliari, e per la vicinanza al mondo tedesco, nella Provincia di Bolzano.

Dal 2012 sempre più tecnici sono certificati per progettare edifici Passivhaus e operatori di cantiere per costruire queste nuove tipologie abitative. Ad oggi sono sempre di più i nuovi edifici a scegliere questo standard, anche a latitudini in cui l’isolamento dal freddo esterno non è così importante. I requisiti sono gli stessi infatti anche per aree in cui fa molto caldo d’estate, perchè limitano la dispersione di fresco verso l’esterno, facendo lavorare meno e in maniera più efficiente i sistemi di climatizzazione, usando al meglio la ventilazione naturale dell’edificio e altri sistemi passivi.

L’idea è sempre la stessa a tutte le latitudini: la casa passiva deve garantire un comfort elevato impiegando meno risorse energetiche possibili.

Come certificare una casa passiva con il sistema del Passivhaus Institut

In Italia esiste un ente affiliato al Passivhaus Institut di Darmstadt a cui inoltrare la richiesta di certificazione, con tutti i documenti, le fotografie e quant’altro serve a indicare che l’edificio è provvisto di impianti efficienti. Deve essere incluso anche:

  • superamento del blower doortest per la tenuta all’aria degli elementi costruttivi
  • documenti di progetto relativi agli impianti e alle strutture
  • elaborati del software PHPP
  • dichiarazione del direttore dei lavori che attesta la corretta esecuzione del lavori sulla base del software PHPP
  • superamento di 3 test: tenuta dell’aria < 0,6 h-1, fabbisogno di energia primaria < 120 kWh/m2 annuo, fabbisogno energetico < 15 kWh/m2

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Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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Un commento

  1. Pingback: Casa passiva: la casa che si scalda da sola | Dioni

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