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Ecco la classifica delle città più amiche della bici

Copenhagenize è il nome di un progetto realizzato dal danese Mikael Colville Andersen, un fotografo che ha saputo convertire la sua passione per la bici in un vero e proprio movimento green.

Ecco la classifica delle città più amiche della bici

Periodicamente viene rilasciata una classifica delle città a misura di bici per incentivare le Amministrazioni a modificare la progettazione urbana così da rendere la bicicletta un mezzo di trasporto realmente utilizzabile e non un semplice slogan.

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Ogni città viene valutata sulla base di 13 criteri: promozionecultura della bicicletta, agevolazioni per i ciclisti, infrastrutturesuccesso dei programmi di bike sharinguso della bicicletta equilibrato tra uomini e donne, percentuale degli spostamenti in bici rispetto a quelli totali, incremento di questa percentuale dal 2006, percezione della sicurezza, politiche in favore della ciclabilitàaccettazione sociale della bicicletta (in particolare dagli automobilisti), urbanistica, interventi di moderazione del traffico.

Alcuni studi fatti in Danimarca hanno dimostrato come per ogni km pedalato la città guadagni un utile netto di 23 centesimi, mentre ad ogni km percorso in auto corrisponde una perdita di 16 centesimi.

PER SAPERNE DI PIU’: Un km in bici fa guadagnare la società, in macchina la fa perdere

Rispetto alla classifica pubblicata nel 2011 ci sono delle importanti variazioni: mentre Amsterdam e Copenaghen, ça va sans dire, continuano a restare in vetta, questa volta il team di valutatori ha considerato 150 città (e non 80) che hanno scombussolato un po’ i risultati dell’anno precedente.

La classifica di Copenhagenize
La classifica di Copenhagenize

Al 3° posto troviamo Utrecht (Paesi Bassi) che si rivela città leader tra quelle più piccole per l’elevato traffico di biciclette.

Poi Siviglia (Spagna), con un bel 4° posto guadagnato grazie alla costruzione di 80 km di piste ciclabili in un solo anno e Bordeaux (4° posto ex-aequo) che vanta ben 400 km di piste ciclabili, di cui 200 solo nella zona urbana e continua ad investire sulla rete tramviaria, dimostrando come spesso, dove c’è una buona rete per i tram, c’è spazio anche per le bici.

Segue la città di Nantes (5° posto) che porta avanti la bandiera francese grazie anche ad un grande sistema di condivisione della bici e alle sovvenzioni per l’acquisto e sempre ex aequo al 5° posto troviamo Anversa (Belgio).

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All’6° c’è Eindhoven (Paesi Bassi), mentre al 7° figura Malmö, città svedese che ha proposto grandi progetti per agevolare l’uso della bici, come un sistema GPS capace di facilitare l’individuazione dei percorsi.

All’ 8° Berlino, che conferma la sua attitudine pragmatica all’uso della bici come mezzo di spostamento unico o in combinazione con auto e sistemi pubblici e, cosa interessante per una città così grande, si arriva a l 25% della popolazione.

Dublino al 9° posto è la vera grande speranza della classifica, perché dimostra come un programma di bike sharing bene concepito possa cambiare in meglio il panorama urbano. Attualmente Dublino è anche la capitale UE più sicura, grazie ad una struttura di piste ciclabili nuova di zecca e ad una serie di strade dove il limite delle velocità è di 30 km orari.

Al 10° compare la caotica Tokyo, una delle due dell’Asia ad essere nella classifica. Il motivo è una rete infrastrutturale incredibilmente efficiente, tanto da progettare di far funzionare la metropolitana 24 ore al giorno, facilitando così anche il trasporto delle bici da una zona all’altra della città. E un training per ottenere la patente estremamente rigoroso che la porta ad avere strade sicure.

L’11° posto è per Monaco di Baviera che se lo divide con Nagoya e Montreal, capolista di tutto il Nord America che vanta piste ciclabili dal lontano 1980.

A seguire Rio de Janeiro che è una delle poche città ad aver riportato dei miglioramenti sulla rete rispetto alla classifica del 2011.

E chiudono l’elenco Barcellona, Budapest, Parigi e  Amburgo. Non necessariamente posti piatti come l’Olanda e la Danimarca…

Qualcuno di voi per caso ha notato l’assenza di città italiane in questa speciale classifica?

PER APPROFONDIRE:

Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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Un commento

  1. Sicuramente spiace non trovare citta Italiane tra le prime amiche della biciclettema sicuramente un dato di consapevolezza che deve spingere
    tutti gli “Italiani” a migliorarne la posizione e soprattutto la qualità di vita.
    Il primo passo poytrebbe essere tirare fuoti le vecchie biciclette dai garage e cominciarle ad utilizzarle. Un primissimo passo ……….

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