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Energia stoccata nel fondo del mare sfruttando la pressione dell’acqua

Arriva dalla tecnologia aerospaziale un nuovo prototipo di centrale elettrica sottomarina, in grado di produrre e immagazzinare energia sfruttando la pressione prodotta dalla massa d’acqua sovrastante.

Energia stoccata nel fondo del mare sfruttando la pressione dell’acqua

L’idea è di Rainer Schramm, un ingegnere tedesco fondatore della società Subhydro AS. Quest’ultima, in collaborazione con la norvegese SINTEF, un’organizzazione di ricerca scientifica multidisciplinare sulla tecnologia per le applicazioni industriali, si occupa dello studio per l’applicazione della nuova tecnologia.

Il principio di base del funzionamento della centrale come dicevamo è lo sfruttamento della pressione dell’acqua: l’impianto, posizionato sul fondo marino, si avvia all’apertura di una particolare valvola, quando l’acqua entra ed inizia a far girare molto velocemente una turbina, così da convertire l’energia meccanica in energia elettrica.

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La grande massa d’acqua in entrata, però, deve essere smaltita attraverso un sistema di pompaggio: grandi serbatoi sono posti a  profondità variabili fra i 400 e gli 800 metri; quando questi si riempiono la turbina viene azionata in senso contrario, così che funzioni da pompa, e l’acqua viene spinta verso l’alto.

Secondo i calcoli dell’ingegnere Schramm, il rendimento elettrico dello stoccaggio è di circa l’80 per cento dell’energia prodotta in un ciclo completo. Inoltre, l’impianto è “personalizzabile” in base alle esigenze di ogni utente, sia per le dimensioni della turbina che per il numero di serbatoi da installare. È stato stimato che un impianto di dimensioni normali è in grado di produrre 300 megawatt per un periodo di 7-8 ore, pari al fabbisogno energetico di circa 200 mila famiglie britanniche per lo stesso lasso di tempo.

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Ovviamente, l’efficacia della centrale elettrica sottomarina è direttamente proporzionale alla profondità del mare: maggiore è la profondità, maggiore è la differenza di pressione della massa d’acqua e più energia viene quindi stoccata nei serbatoi. Proprio per questo motivo, Schramm vorrebbe testare la nuova tecnologia nelle acque profonde della Norvegia.

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