Mangiare sano

Essere vegan, come sono cambiati e cosa vogliono oggi

Quante volte avete sentito pronunciare la parola vegano? Probabilmente molto spesso. Forse c’è ancora un po’ di confusione tra l’essere vegan e vegetariano ed entrambi i termini sono certamente molto inflazionati in questo periodo, anche perché la scelta di alimentarsi esclusivamente di prodotti non derivanti dagli animali si sta diffondendo più velocemente che negli anni passati.

Essere vegan, come sono cambiati e cosa vogliono oggi

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La filosofia di vita vegan si basa sul rifiuto – nei limiti del possibile e praticabile – di ogni forma di sfruttamento degli animali (soprattutto nell’alimentazione, ma anche nell’abbigliamento) e su una visone non-violenta della vita. Il veganesimo è dunque prima di tutto una scelta etica che si riflette poi anche sulle scelte dietetiche, escludendo tutti i cibi di origine animale.

E dunque le regole alimentari, per un vegano doc, sarebbero poche ma ferree. Nella dieta vegana sono previste infatti frutta, verdura e cereali ma è completamente bandito ogni cibo di derivazione animale come uova, pesce, carne o latte e persino il miele. Molti però preferiscono eliminare anche tutto quello che è di origine animale dalla propria vita, promuovendo il rispetto non soltanto per gli animali ma anche per la Natura e per l’ambiente più in generale.

Eppure l’immagine che i vegani danno al mondo è di persone originali, che cercano di distinguersi scegliendo di alimentarsi in modo diverso, e spesso sono stigmatizzati per un modo di vivere che sembra più che altro un trend passeggero. Agli occhi di chi invece segue la tradizionale alimentazione onnivora, sembrano tutte persone che hanno optato per una scelta estrema e permane comunque l’idea che sia più che altro una questione puramente alimentare. 

Naturalmente, soprattutto alla luce della filosofia che ci sta dietro, giudicare i vegan in questo modo è riduttivo e superficiale, visto che tale pratica, sbocciata oltre 50 anni fa, è nata all’inizio del ‘900 da alcuni vegetariani che già evitavano il consumo di prodotti lattiero-caseari, è prima di tutto il frutto di una scelta etica.

Tra l’altro, c’è anche confusione tra le numerose varianti: fruttariani (si nutrono esclusivamente di frutta), crudisti (si nutrono solo di alimenti di origine vegetale cotti fino a 40°), vegetariani (si nutrono sia di verdura che frutta, cereali, uova e latticini) e vegani (solo frutta, verdura e cereali).

Alcuni suggerimenti:

Ma, comunque li si veda (fanatici della dieta o estremisti dell’etica) loro, i vegani, sono ormai in tanti e poco interessati alle critiche sul loro conto. E oggi, anche in crescita. In effetti, solo in Italia, i numeri parlano chiaro: si aggirerebbero intorno ai 3 milioni. Nel folto gruppo, da una stima di Eurispes, in realtà ci sono pure i vegetariani.

Se il fatto di essere considerati un po’ strani o peggio, fanatici, interessa poco ai vegani, certamente la scelta non è ancora ‘pane per i denti’ di tutti, tanto per rimanere nella metafora alimentare.

I più rigidi seguaci del veganesimo inorridiscono al pensiero che tra le ragioni di chi si è recentemente ‘convertito’, ci sia il puro ‘interesse personale’ di  alimentarsi in modo più sano e consapevole, e non una visione di non-violenza. Probabilmente questi estremisti dovranno mettersi il cuore in pace, visto che questi nuovi vegani ‘egoisti’ sono sempre di più.

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Complici, secondo alcuni, sono la pubblicità, nuove diete e l’amore per i cibi sani e naturali, magari lanciate dalla star di turno, degli eventi sempre più di nicchia e specifici (ilveganfest ad esempio) e le aperture di nuovi punti di distribuzione di alimenti e prodotti specificatamente vegan, Così, optare per uno stile di vita cruelty free sarebbe diventato non solo più accessibile ma anche più semplice, libero da regole e costrizioni.

Se per molto tempo infatti i vegani si sono dovuti scontrare con la difficoltà di reperire cibo adatto alla loro dieta e affronatre prezzi da capogiro, oggi sicuramente trovare prodotti vegan è più semplice ed economico, e c’è addirittura chi propone diete vegane alternative e light per facilitare l’approccio.

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Un esempio arriva dagli Usa dove il food writer Mark Bittmann avrebbe scritto un libro che svela tutti i segreti per diventare vegani senza troppe rinunce, illustrando ricette e trucchi di questa cucina alternativa. Popolare negli Usa, anche per il titolo eloquente Vegan Before Six, l’idea di Bittman trasposta in saggio incuriosisce anche i non adepti e si propone di fare capire che la scelta di essere vegani è più semplice e accessibile di quello che si può immaginare. Che male ci sarebbe, secondo l’autore di VB6, nello scegliere di essere vegano soltanto fino alle 6 di sera?

Naturalmente i vegani più puristi già battezzano i nuovi seguaci del veganesimo come part time vegan, vedendoli molto lontani originale movimento che sarebbe una scelta di vita a 360 gradi.

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Eppure, cosa ci sarebbe di sbagliato, sembra chiedersi Bittman, a lasciare qualche soddisfazione a chi si rivolge alla dieta vegana da novizio? Questa modalità, più aperta, di approcciarsi al veganesimo, senza essere ‘duri e puri’, aiuterà ad aumentare le schiere di quell’1% di vegani in Italia?

Le domande rimangono aperte ma il libro pare un buon rimedio contro tutti i tipi di oltranzismi, anche quelli alimentari.

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