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Morte di una ambientalista: cosa significa l’assassinio di Berta Cáceres

E’ stata descritta come una grave perdita per l’Honduras e per l’ambientalismo tutto. Lo scorso 3 marzo è stata assassinata in casa sua a La Esperanza, Berta Cáceres, attivista ambientale e leader dei movimenti indigeni: approfondiamo la sua figura.

Berta Cáceres è morta in una sparatoria nella quale è rimasto ferito anche l’attivista ambientale messicano Gustavo Castro Soto, colpito da due colpi di pistola alla guancia e alla mano. Illesi invece i suoi quattro figli con l’ex marito e co-leader, Salvador Zúñiga.

Morte di una ambientalista: cosa significa l’assassinio di Berta Cáceres

Degli assassini al momento non c’è traccia e gli inquirenti inseguono la pista della rapina. Ma la madre, intervistata dalla rete televisiva TV Globo, è sicura che sua figlia sia stata uccisa per le sue lotte ecologiste.

La Caceres aveva contribuito a fondare il Consiglio dei popoli indigeni dell’Honduras, un’organizzazione per la tutela du una popolazione sempre più esigua, il cui territorio è esposto agli interessi famelici delle multinazionali minerarie ed energetiche; il risultato è che le loro zone abitative sono sempre più esigue.

Per la sua attività politica da diversi anni era stata sotto la protezione della Commissione Interamericana dei Diritti Umani e le erano stati assegnati due agenti di scorta, sebbene ultimamente ne fosse priva giacché aveva cambiato abitazione, senza comunicare allo Stato quale fosse la sua nuova residenza.

Nata nel 1971 in una zona violenta e degradata dell’Honduras, Intibuca, si è laureata in scienze dell’educazione a metà anni ’90 ed era anche una stimata insegnante. Ha iniziato ad essere attiva nel campo ambientale dal 1993, quando era ancora studentessa.

Ha fondato il Consiglio di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras  proprio in favore delle popolazioni indigeni honduregne. Ma era anche molto attiva in favore dei rifugiati dell’El Salvador, altro Paese centroamericano per anni nel caos e in balia di una guerra civile.

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Il suo impegno sociale e ambientalista è stato premiato nel 2015 con il Goldman Prize, che è considerato una sorta di Premio Nobel per l’Ambiente. Tra le sue lotte più incisive, si ricorda quella contro un progetto di diga sul fiume Gualcarque, nel Nord-ovest del suo Paese. La Caceres era convinta che questa diga avrebbe lasciato senz’acqua migliaia di indigeni della zona, e aveva chiesto al Governo, assieme ad altri attivisti, di rivedere il progetto.

Berta Cáceres
Una vita per l’ambiente: Berta Cáceres

Il Governo nei suoi confronti ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo, diciamo di ‘finta collaborazione’. Così come la magistratura. Ultima prova ne è il fatto che per il suo omicidio sia stato incolpato Molina Villanueva, ritenuto dai colleghi della Caceres solo un capro espiatorio. Non a caso, due giorni dopo l’omicidio, il 5 marzo, Molina è stato rilasciato per mancanza di prove che lo collegassero al crimine.

Il 6 marzo 2016, il presidente dell’Honduras Juan Orlando Hernández, ha formalmente richiesto all’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, di seguire le indagini sulla morte di Berta Càceres. La quale, speriamo non resti senza colpevoli. Come, speriamo, non siano vanificate le sue lotte.

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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