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Il primo robot da cucina… a pedali

Da che mondo è mondo, il movimento di spinta a pedali esercitata su di un meccanismo meccanico a rotazione produce energia. Un concetto semplice, ma che forse abbiamo dimenticato. Fortunatamente, non tutti.

Il primo robot da cucina… a pedali

Un esempio che ci potrebbe riportare “sulla retta via”, arriva dalla Germania, dove il giovane Christoph Thetard – Project Designer formatosi alla Bauhaus University di Weimar – ha dato forma a R2B2. Una sigla che non dice nulla, per capire di cosa stiamo parlando forse è più semplice osservare: una scatola di legno, chiusa su di un lato, aperta su quell’altro, per mostrare una grande ruota metallica, azionata da un pedale, e collegata nella parte superiore a una base.

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Sotto il piano d’appoggio – R2B2 assomiglia in tutto e per tutto a un comune mobile –  si nascondono delle prese elettriche per tre attrezzi da cucina, un macinacaffè, un minipimer e un robot da cucina.

Tutti perfettamente funzionanti, ma senza prese e senza alcun consumo di corrente: la forza esercitata sul pedale viene infatti convertita da energia meccanica in energia elettrica. Non viene richiesto grande sforzo, per una ricarica completa bastano pochi minuti di azionamento sul pedale.

R2B2 allontana in un sol colpo la parola consumo e inquinamento, perchè oggigiorno non c’è casa senza apparecchiature elettroniche, ed è un problema poi smaltirle. Ma c’è di più: R2B2 utilizza per le sue componenti solo materiali riciclati, dunque è anche virtuosa.

La “scatola magica”, esposta e apprezzata al Salone del Mobile di Milano del 2011, continua a suscitare curiosità e non a torto!

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