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La grande marcia per l’ambiente a New York ha funzionato?

Il 23 settembre 2014 i capi di Stato si radunano a New York in occasione di un importante vertice ONU per discutere sui cambiamenti climatici che stanno interessando l’intero Pianeta e l’incontro prevede anche la partecipazione di Barack Obama e ha come obiettivo ultimo la definizione di un accordo sulle emissioni di carbonio; quasi contemporaneamente, il 22 settembre, per attirare l’attenzione e dimostrare quanto la gente abbia a cuore il futuro del Pianeta, è stata organizzata una marcia sul clima di grande impatto, la People’s Climate March, una mobilitazione storica e senza precedenti che ha visto la partecipazione di migliaia di persone in tutto il Mondo in contemporanea.

La grande marcia per l’ambiente a New York ha funzionato?

La marcia difatti è stata organizzata con la collaborazione di 166 Paesi per un totale di circa 2.700 eventi e oltre 1.500 associazioni coinvolte. Un appello accorato che ha unito per la prima volta i cittadini di tutto il Mondo senza distinzioni, da Roma a Rio de Janeiro, da New Delhi all’Australia.

Solo la settimana prima, i meteorologi della National Oceanic and Atmospheric Adoministration, l’agenzia statunitense di meteorologia, avevano lanciato l‘allarme sui dati climatici relativi ai mesi di giugno, luglio ed agosto. Era infatti dal 1880 che non si registravano picchi di caldo così elevati e l’intero anno del 2014 può essere considerato come quello più caldo di sempre.

Il sindaco di New York, De Blasio, ha annunciato di voler stabilire nuovi piani per l’efficienza energetica da applicare a tutti gli edifici pubblici, auspicando che presto anche i singoli cittadini si adeguino alle nuove norme. L’obiettivo è quello di ridurre dell’80% le emissioni di carbonio entro il 2050.

Alla marcia per l’ambiente hanno aderito molti personaggi di spicco, tra artisti e politici, come il Principe Alberto di Monaco, Leonardo Di Caprio, Peter Gabriel, Ban Ki-Moon e rappresentanti delle tribù di nativi americani. In ogni parte del mondo la marcia ha sfilato tra maschere e striscioni chiedendo a gran voce che tutti i Capi di Stato inizino a valutare con urgenza gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, prima che l’ennesima catastrofe ambientale sconvolga la vita di altre popolazioni.

Purtroppo, poca copertura mediatica (soprattutto della televisione) in Italia ha impedito di diffondere la partecipazione alla marcia, che ha avuto un’affluenza deludente, rispetto alla folla di New York e altre città europee e non.

Ma questo non significa che gli italiani siano disinteressati alla questione, anzi! Purtroppo c’è molta disinformazione sull’argomento. Ci auguriamo che la mobilitazione abbiamo ‘smosso’ anche qualcosa nella testa di chi ci governa, e che nel vertice di domani vengano finalmente prese le decisioni giuste per i futuro della nostra Terra.

Marce e manifestazioni come questa devono essere fatte, perché raccontano quanto il problema sia sentito da tutti noi, e fintanto che le giuste contromisure non saranno in campo, il nostro dovere democratico è rammentarlo ai nostri politici.

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Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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