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L’Alaska del Sud è in pericolo per le miniere di rame e di oro

L’importanza delle cose si capisce, troppo spesso, nel momento in cui si perdono. L’America dovrebbe fare attenzione proprio a questo perché, dalla propria decisione, dipende la conservazione di uno degli ultimi habitat naturali rimasti incontaminati.

L’Alaska del Sud è in pericolo per le miniere di rame e di oro

Le due società minerarie Anglo American e Northern Dynasty Minerals intendono costruire una delle più grandi zone mondiali per l’estrazione a cielo aperto di rame e oro: la Pebble Mine, situata nell’area della Bristol Bay nel sudovest dell’Alaska.

Questo territorio ospita numerosi insediamenti di aquile, orsi, lupi, caribù e piccoli mammiferi, oltre ad essere il sistema d’acqua dolce con più diversità biologica degli interi Stati Uniti. Inoltre, ospita due tra i parchi nazionali più importanti: il Katamai e il lago Clark, tra le maggiori riserve di fauna selvatica. Tra loro, sorge il lago Iliamna, uno dei più grandi laghi d’acqua dolce del mondo, che costituisce la sorgente del fiume Kvichak, una delle attività di pesca del salmone più produttive.

Costruire un complesso minerario di oltre 2 miglia di larghezza e 2 mila metri di profondità in un territorio in costante pericolo di inondazioni, significherebbe minare alla base un ecosistema attualmente perfetto. Senza contare che la miniera richiederebbe un perpetuo pompaggio per deviare le sostanze tossiche in una laguna, la quale richiederebbe una diga di terra di dimensioni immani.

I corsi d’acqua abitualmente frequentati dai salmoni verrebbero, quindi, deviati e i terminali di carico/scarico del materiale disturberebbero definitivamente le popolazioni di balene Beluga di Cook Inlet.

Salmoni: saranno sacrificati per le miniere?

Attualmente, la costruzione del complesso minerario è stata bloccata da un referendum indetto dai pescatori locali a causa del timore che la struttura crei problemi alla riproduzione dei salmoni, ad oggi la principale fonte di occupazione della zona.

Per ora l’iniziativa “Save Our Salmon”, nata per l’occasione, ha avuto la meglio ma c’è da scommettere che la guerra non sia ancora vinta. Gli interessi economici dietro alla costruzione della Pebble Mine sono troppo elevati: i 55 miliardi di libbre di rame e 67 milioni di once d’oro contenute nel sito sono dati troppo importanti per preoccuparsi dell’habitat naturale di centinaia di specie e della redditività del settore ittico. Purtroppo.

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