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Perché le mele sono quasi tutte senza sapore e farinose?

Una mela al giorno leva il medico di torno’ dice il proverbio, e si direbbe ancora se non fosse che le mele che compriamo oggi al supermercato o dal fruttivendolo sono sempre meno saporite e succose. Di certo il ‘frutto proibito’ è da considerarsi uno dei baluardi più sacri di una sana e corretta alimentazione, ma mordere una mela croccante, saporita e non farinosa è diventata un’impresa davvero ardua.

Perché le mele sono quasi tutte senza sapore e farinose?

Perché, vi chiederete, le mele (al pari di tanta altra frutta) non sono più quelle di una volta? Ebbene, sembra che la colpa, tanto per cambiare, sia del cambiamento climatico.

Così almeno sostiene un lungo studio condotto dal team di ricerca dall’agronomo e nutrizionista giapponese Toshihiko Sugiura della National Agriculture and Food Research Organization, che dal 1970 al 2010 ha osservato e analizzato approfonditamente i cicli di fioritura e maturazione di due varietà di mele molto diffuse (Fuji e Tsugaru) in relazione ai cambiamenti climatici degli ultimi decenni.

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In particolare, è emerso che l’aumento medio delle temperature nelle province in esame (Nagano e Aomori) ha causato la fioritura precoce delle gemme di entrambe le varietà, influendo negativamente sulla consistenza e il sapore del frutto maturo. Lo studio, infatti, mostra come la rottura precoce dei boccioli (che in genere avviene tra marzo e aprile) influisca negativamente sulla concentrazione di acidi e sulla consistenza della frutta (-6/+ 30%), mentre la dolcezza tende ad aumentare del 10%.

In altre parole, le mele sono più zuccherine, ma meno croccanti, diventando farinose e insapore. E nonostante il palato del consumatore medio non si sia accorto del cambiamento, i ricercatori sono certi che se si potesse mangiare una mela di 30 anni fa la differenza con quelle attualmente in commercio sarebbe lampante.

Gli esperti, inoltre, hanno osservato lo stesso fenomeno nelle piante di uva, di pere, di acero (da cui si ricava il famoso sciroppo molto diffuso nel mondo anglosassone) e in molte altre piante da frutto e colture. Quel che è peggio è che il processo in corso sembra avere prospettive di lungo periodo: in futuro, infatti, il gusto delle mele e della frutta in generale potrebbe peggiorare ulteriormente e la resa dei raccolti diminuire con conseguente danno per l’agricoltura mondiale e l’industria alimentare.

E pensare che c’è chi ancora non crede al cambiamento climatico…

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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