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Mondiali di calcio 2014, quando il merchandising fa male…

Mondiali di calcio 2014, quando il merchandising fa male… Infatti, grazie all’indagine ‘Cartellino rosso’ portata avanti da Greenpeace in Germania sono state messo sotto la lente di ingrandimento le sostanze contenute all’interno del merchandising legato al grande evento dei Mondiali di calcio 2014 ospitati in Brasile.

Mondiali di calcio 2014, quando il merchandising fa male…

Si è così scoperto che 33 articoli, tra cui scarpette, guanti da portiere e palla ufficiale Brazuca, hanno dimostrato di contenere sostanze tossiche, come PFC (perfluoruranti), NPE (nonilfenoletossilati), DMF (ftalati e dimetilformammide) in quantità oltre 14 volte i limiti previsti.

Le analisi sono state effettuati da laboratori indipendenti che hanno esaminato i prodotti di tre aziende (Adidas, Nike e Puma) provenienti da tre diversi continenti.

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La pericolosità delle sostanze tossiche trovate in questi articoli è legata al loro potenziale effetto cancerogeno e all’influenza sul sistema endocrino e sulla fertilità; essa dipende anche dal pericolo di fuoriuscita e contaminazione dell’ambiente o dall’ ingresso all’interno della catena alimentare.

Nonostante gli impegni ‘detox‘ di queste aziende, con il merchandising realizzato in vista dei Mondiali di calcio 2014 sembrano continuare a giocare ‘sporco’.

Per chiedere a queste grandi aziende di produrre articoli più puliti è possibile firmare on line la petizione.

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