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Nano-bionica vegetale: coltivare piante sarà facile perché si autoripareranno

In futuro coltivare piante sarà facile perchè si ripareranno da sole! Gli scienziati l’hanno già ribattezzata nano-bionica vegetale, vale a dire l’insieme di quelle tecniche sperimentali che puntano a massimizzare e diversificare le funzioni delle piante aumentandone in maniera esponenziale la produzione di energia e far in modo che in futuro siano in grado di ‘auto-ripararsi’ senza l’intervento umano.

Nano-bionica vegetale: coltivare piante sarà facile perché si autoripareranno

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La piattaforma tecnologica di questa ultima frontiera scientifica della Nano-bionica vegetale è proprio il regno vegetale che negli ultimi tempi è diventata la principale fonte di ispirazione per i ricercatori di tutto il Mondo.

Le piante, infatti, svolgono già autonomamente molte funzioni vitali estremamente complesse: la fotosintesi non è che l’esempio più lampante del ruolo fondamentale che svolgono per l’intero ecosistema.

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Ora, degli scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology) stanno cercando di rendere le piante ancora più utili a sé stesse, all’Uomo e al Pianeta attraverso l’uso delle nanotecnologie che potrebbero aprire a funzioni integrate innovative come, ad esempio, catturare l’energia del sole per produrre energia, rilevare gli inquinanti presenti nel terreno o nell’atmosfera e addirittura segnalare la presenza di esplosivi e ordigni bellici.

L’idea dei ricercatori americani pubblicata sul sito ufficiale dell’istituto di ricerca ‘Mit Energy Initiative’ è quella di installare nanotubi in carbonio negli organi responsabili della fotosintesi clorofilliana, i cloroplasti, in modo da potenziare la loro capacità di ‘catturare’ la luce del sole e trasformarla in energia per la costruzione degli zuccheri durante la seconda fase del processo fotosintetico.

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Per prolungare la vita dei cloroplasti una volta estratti e prevenire la loro ossidazione, i ricercatori del MIT si sono serviti di nanoparticelle di ossido di cerio, più comunemente conosciuto come nanocerio, un potente antiossidante che protegge dalle alterazioni dell’ossigeno e di altri fattori che normalmente danneggiano le proteine fotosintetiche delle piante.

Il risultato, in buona sostanza, è un aumento pari al 30% dell’attività fotosintetica della pianta, percentuale che sale al 49% nel caso dei cloroplasti degli spinaci. Una scoperta che potrebbe aprire le porte ad una serie di possibilità davvero incredibili: in questo modo grazie alla Nano-bionica vegetale non solo le piante potrebbero auto-ripararsi e divenire più forti, ma le emissioni di CO2 presenti nell’atmosfera potrebbero essere finalmente contrastate efficacemente con le ‘super-piante’.

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E non è tutto. I ricercatori del MIT stanno pensando di integrare negli organelli delle piante delle nanoparticelle magnetiche che potrebbero trasformare una semplice piantina in un’antenna di comunicazione biologica, utile per monitorare i livelli di inquinamento ambientale o la presenza nel terreno di pesticidi, tossine e altri inquinanti. La Nano-bionica vegetale è l’ennesima dimostrazione di quanto perfetto possa essere il binomio scienza-natura…

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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