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Parigi vuol diventare la capitale della mobilità alternativa alle auto

In linea con l’operato del suo predecessore Bertrand Delanoe, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, in carica dal 2014, sta procedendo a spron battuto sulla strada della mobilità sostenibile.

Parigi vuol diventare la capitale della mobilità alternativa alle auto

Limitare il più possibile il ricorso agli automobili e incrementare la diffusione delle biciclette sono gli obiettivi principali dell’amministrazione della capitale, che mira a triplicare la quota degli spostamenti ecologici sulle due ruote dal 5 al 15% entro il 2020 nell’ambito del nuovo piano bici di Parigi. Strappando così il primato della città più bike-friendly alla rivale tedesca Berlino, che già oggi può contare su un invidiabile 13%, forte anche di un tracciato più pianeggiante.

Per far spazio alle bici, prima di tutto occorre rallentare le automobili. Imporre limiti di velocità ancora più stringenti aiuterà sicuramente a ridurre la preferenza accordata alle quattro ruote, rendendole meno vantaggiose rispetto ai mezzi di trasporto alternativi ed ecologici. Meno auto sulle strade significano riduzione del traffico e della congestione urbana, diminuzione dell’inquinamento e maggior sicurezza.

Già oggi un terzo delle arterie cittadine (per un totale di ben 560 Km) son sottoposte al limite di velocità di 30 Km/h, un limite che viene seguito scrupolosamente da guidatori e tassisti parigini per non incorrere nelle sanzioni previste, ma il nuovo sindaco ha già comunicato che amplierà notevolmente tale area a scorrimento lento, escludendo solo la tangenziale e i grandi assi di attraversamento.

Un impegno green che Hidalgo aveva portato anche Italia, firmando una dichiarazione congiunta con l’allora omologo romano Ignazio Marino, rinnovando il gemellaggio tra le due capitali, che risale al lontano 1955. Nell’ambito di tale accordo, era stato sottoscritto l’impegno comune ad affrontare l’emergenza climatica mediante azioni volte a favorire il contenimento dei consumi energetici, la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, la qualità dell’aria e il ricorso alle energie rinnovabili. E’ chiaro come Parigi e Roma per il momento siano “gemelli diversi” nella ricerca e sviluppo di soluzioni di mobilità sostenibile, e non c’è dubbio che dai nostri amici parigini ci sia molto da imparare in questo campo.

Nel piano 2015-2020 della capitale francese si punta ad un notevole aumento del finanziamento per le infrastrutture ciclistiche cittadine, che nel periodo 2008-2014 si era attestato a 25 milioni di euro. L’impegno è infatti quello di ampliare i già consistenti 700 Km destinati alle piste ciclabili, costruendo nuovi parcheggi e migliorando la loro distribuzione. Il progetto prevede di liberare dal traffico automobilistico alcuni tunnel stradali, per riconvertirli in zone di sosta coperte e sicure, riservate esclusivamente alle bici.

parigi bike friendly
Parigi vuole diventare la metropoli più bike-friendly d’Europa: ci riuscirà?

Si prevedono novità anche dal punto di vista architettonico, perché le piste ciclabili, oggi unicamente tracciate sulla strada, saranno ove possibile separate dalle carreggiate adibite al traffico automobilistico mediante apposite barriere, per garantire la sicurezza dei ciclisti e impedire le frequenti invasioni di corsia. Si cercherà così di conciliare tali esigenze con quelle estetiche, che non possono di certo esser sottovalutate in un centro di eccezionale rilevanza storico-artistica, quale la capitale transalpina.

Non stupiscono queste linee-guida green dettate dal neo-sindaco parigino, visto che proprio Hidalgo fu una delle principali sostenitrici del servizio pubblico di bike-sharing cittadino, il Vélib’ (da vélo – bicicletta – e liberté – libertà  –), oggi punta di diamante della mobilità dolce nella capitale francese. Inaugurato nel 2007, questo fortunato sistema automatico di noleggio-bici può contare oggi su ben 250mila abbonamenti annuali ed una media di 86mila utenti giornalieri, che contribuiscono a decongestionare il traffico e limitare l’inquinamento nella metropoli, servendosi delle circa 1.700 stazioni presenti in città.

In tempi più recenti, Vélib’ ha messo in campo anche un’importante novità: 300 bici in quattro misure diverse destinate ai bambini, che sfrecciano in tre zone protette dal traffico cittadino (area pedonale lungo la Senna, Bois de Boulogne e Bois de Vincennes). Una mossa volta a educare le nuove generazioni ai piaceri e ai vantaggi della mobilità dolce e a sconfiggere quell’auto-dipendenza, che si traduce in pigrizia, minor salute fisica, smog e costi più alti per i trasporti. «Iniziare i più piccoli a questo sistema di trasporto ecologico e conviviale ci aiuterà a rendere la Parigi del futuro più pulita e condivisa», è stato il viatico all’iniziativa da parte del sindaco Hidalgo.

Ma i limiti imposti alla circolazione delle auto e lo sviluppo delle soluzioni di mobilità sostenibile non sarebbero sufficienti se Parigi non contasse su un sistema di trasporti pubblici capillare e ben funzionante: le oltre 300 stazioni della metro, per esempio, sono destinate ad aumentare nel prossimo decennio ed al momento si contano piani di espansione per ben nove delle sedici linee della metropolitana parigina.

Un quadro che suscita quasi invidia, se pensiamo alla congestione, ai rumori e ai cieli sempre più grigi delle nostre metropoli.

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