Spesa biologica

Scarpe ecologiche: quali sono e dove si trovano?

Andiamo a scoprire quali sono le scarpe ecologiche, calzature eco-friendly e amiche dell’ambiente

Scarpe ecologiche: quali sono e dove si trovano?

Da corsa, da sera o pantofole: sono le scarpe, comode, alla moda e … bio! Le proposte di scarpe ecologiche si moltiplicano ultimamente, un buon segnale che sembra stia registrando anche un buon gradimento da parte del mercato.

Sono sempre di più infatti i calzaturifici che per competere in un mercato concorrenziale come quello delle scarpe puntano sulla sostenibilità.

Le scarpe vegan, come quelle proposte da Altrescarpe Bioworld: prodotte con materiale naturale o a basso impatto ecologico e lavorate artigianalmente. Anche la forma del plantare, che richiama l’impronta del piede sulla sabbia, è la più naturale possibile. Si può scegliere fra una scarpa in pelle di animale, proveniente da allevamenti spagnoli, lavata con zolfo e calcio e impermeabilizzata con olio di oliva per renderla più traspirante e salubre; oppure per gli animalisti puri una pelle in microfibra. Una soluzione nata da una tecnologica a servizio dell’ambiente. Propone scarpe, sandali, ciabatte. Ma  anche accessori come borse e tracolle. Tutti realizzati nel massimo rispetto dell’ambiente.

Se non vogliamo rinunciare al fascino vintage, ecco le bio-proposte di Hetty Rose, il marchio londinese che ri-usa abiti dismessi e tessuti, in particolare vecchi kimono trasformandoli in sandali ultrafemminili, colorati e a impatto zero!

Sembra pelle di serpenti, ma è solo cotone organico: dall’Argentina Pauline in Love’s ci mette ai piedi sgargianti materiali naturali e in più investe il totale dei suoi guadagni nelle cooperative e nelle imprese del commercio equo e solidale a Buenos Aires ed in Nicaragua.

Unu’s Footwear suggerisce, invece, la scarpa self-made: le componenti, tutte rigorosamente in pelle riciclata, arrivano a casa vostra – in un imballaggio biodegradabile- e, senza colle ne né elementi plastici, le assemblerete voi stessi attraverso appositi tagli studiati per facilitare l’incastro delle parti.

Originalissima la proposta britannica di Michael Stead (foto sotto): un distributore automatico di comodissime e biodegradabili “ballerine”, scarpe chic, resistenti e soprattutto ultraflessibili, tanto da entrare nelle dimensioni di un pacchetto di sigarette. Basta inserire una manciata di monetine, e la comodità dopo una serata in discoteca è ai vostri piedi.

Veja invece è un’azienda francese che dal 2004 produce sneakers e scarpe alla moda equo-solidali (vedi nella foto in alto). Utilizza solo ecopelle conciata con estratti vegetali come l’acacia. A differenza delle moderne procedure di concia (a base di cromo ed altri metalli pesanti) è una pelle trattata ecologicamente.
Per contrastare la deforestazione in Amazzonia, Veja lavora con un’associazione di raccoglitori di gomma, i seringeiros. Grazie a un processo innovativo creato dall’Università di Brasilia, il lattice raccolto viene trasformato in fogli di gomma, senza nessun tipo di processo industriale. I seringeiros riescono ad ottenere in questo modo un reddito più alto.

L’azienda olandese Oat shoes ha creato invece le scarpe biodegradabili.
Ci sono voluti due anni per portare avanti il progetto e alla fine la scarpa amica dell’ambiente è nata. Le scarpe sono fatte con tutti materiali naturali canapa, mais, cotone, candeggina senza cloro, plastica biodegradabile. Questo consentirà, dicono i loro creatori Christiaan Maats e Dirk-Jan Oudshoorn, di buttarle nel compost. Oppure, e qui la creatività umana sembra davvero non avere limiti, piantarle in un un vaso o nel giardino perché fioriranno. Nella linguetta dei lacci sono stati messi alcun i semi di pianta e basterà annaffiarle con cura per far crescere la piantina.

Analoga iniziativa, questa volta tutta italiana, è quella dell’associazione Un punto macrobiotico di Fermo che ha commissionato la produzione di una scarpa biodegradabile all’azienda calzaturiera IN.
Si tratta di una scarpa realizzata utilizzando materiali privi di sostanze nocive o allergizzanti come cromo, mercurio e pentaclorofenolo (PCF). Il cuoio usato è conciato vegetalmente, i plantari sono in cuoio o sughero, il filo per cucire è misto cotone e la tomaia in pelle è colorata senza sostanze tossiche.

Non ci resta che provar queste scarpe ecologiche per vedere la resistenza!

Se la nostra panoramica sulle scarpe ecologiche vi è sembrata interesssante, eccovi altri articoli da leggere sul tema della moda ecosostenibile:

Simona Treré

Classe 1984, si è laureata a Bologna in Scienze della Comunicazione (con una tesi su Green Marketing e Green Communication) e ha conseguito il master in Comunicazione Ambientale a Roma. Dal 2009 lavora nel settore della sostenibilità ambientale seguendo la comunicazione e la progettazione ambientale per aziende del territorio. Grazie ai suoi studi e al suo lavoro si è potuta dedicare a una delle passioni: l’ecologia e il rispetto per la natura (nei suoi vari, complicati e meravigliosi aspetti). Per divertimento ha sfilato come modella di abiti green e per hobby si è avvicinata all’affascinante mondo dei “rifiuti-non rifiuti” attraverso il riciclo creativo, creando e vendendo oggetti realizzati con materiale di recupero.

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2 Commenti

    1. Nelle nostre scarpe in pelle abbiamo adottato procedimenti eco-compatibili tra i quali, soprattutto, la ancora rarissima concia vegetale, effettuata con tannini di origine naturale (cortecce d’albero), senza sali di bicromato di potassio. Il beneficio è evidente: per l’ambiente, per i lavoratori del comparto, per il piede. Nessuna sostanza tossica nociva o metallo pesante entra a contatto con il corpo: le dermatiti allergiche e da contatto sono risolte (o scongiurate) e il sudore è assorbito completamente, anche in caso di sudorazione sovrabbondante. Dulcis in fundo: le scarpe non puzzano! http://www.ragioniamoconipiedi.it
      Oggi collaboriamo con diverse manifatture italiane, che sottostanno tutte alle nostre regole di ingaggio, dettate da Gigi Perinello. Il prezzo è giusto e accessibile, perché non ci sono altri intermediari ad allungare la filiera.

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