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Lo smog provoca il cancro ai polmoni: ora è dimostrato

Diversi studi lo confermano: lo smog provoca il cancro ai polmoni. E i rischi aumentano per chi vive in grandi centri urbani.

Una volta si diceva puro come l’aria che si respira: già, una volta… Perché specialmente quanto emerso con il progetto Med-Particles non ispira certo tranquillità.

Lo smog provoca il cancro ai polmoni: ora è dimostrato

Ma di cosa si tratta? Si tratta di un progetto di politica e governance finanziato dalla Commissione Europea per sostenere la protezione dell’ambiente e della natura. L’obiettivo del progetto è quello di analizzare i problemi relativi all’inquinamento atmosferico con una particolare attenzione a tutti gli effetti che provoca sulla nostra salute. I risultati, come anticipato, non sono affatto confortanti.

Gli esperti, infatti, hanno evidenziato un chiaro nesso fra l’esposizione alle polveri presenti nell’atmosfera ed i tumori ai polmoni. Contemporaneamente ad un aumento di 5μg/m3 di PM2,5, l’insieme di sostanze nocive che comprendono  fibre, particelle carboniose, metalli e silice, si è riscontrato un aumento del rischio di contrarre un tumore di circa il 18%.

Inoltre, le polveri rilevate in Europa, sembrano essere addirittura più nocive di quelle che inquinano i cieli oltre oceano. La loro composizione chimica, infatti, è molto diversa a causa del fatto che le auto diesel, da noi, sono il 50% contro il 2% presenti negli USA.

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Va anche considerata la presenza del sole, che trasforma le polveri in inquinanti secondari ancora più nocivi. “Questo significa che dobbiamo annoverare definitivamente l’inquinamento dell’aria fra le cause di tumore al polmone, e considerare d’ora in poi con maggiore attenzione l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica» commenta il ricercatore giapponese Saori Kaoshima, fra i massimi esperti di air pollution”.

Lo smog provoca il cancro
Lo smog provoca il cancro, ma da dove originano i problemi? Tra i maggiori indiziati il trasporto urbano.

Un’altra conseguenza poco nota dell’inquinamento è lo scompenso cardiaco. Mettendo assieme i dati provenienti da 12 Paesi, si è potuto riscontrare un collegamento fra l’aumento della concentrazione degli inquinanti nell’aria e l’aggravarsi dello scompenso, ossia quella situazione in cui il cuore, ormai sfibrato e ingrossato, non è più in grado di pompare il sangue. Le polveri sottili, infatti, passando attraverso i polmoni, entrano nel circolo sanguigno e provocano la formazione di placche aero-sclerotiche, trombi e ischemie.

Una legislazione europea più severa dovrebbe cercare di garantire il diritto fondamentale di tutti i cittadini di poter respirare un’aria pulita. Sarà mai possibile?

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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