Salute

Sovrappeso e obesità: si inizia dal carrello… della spesa!

Forse non tutti hanno collegato sovrappeso e obesità al carrello della spesa, in realtà l’essere grassi spesso inizia da quello che si acquista al supermercato, merendine e bibite dolci in primis.

Sovrappeso e obesità: si inizia dal carrello… della spesa!

La crisi economica continua ma in tutto il mondo eppure sempre più persone, ance nei paesi più poveri, sono grasse; oggi è stato evidenziato come sovrappeso e obesità dipendono molto dagli alimenti nocivi che sono presenti nel carrello della spesa.

L’aumento dell’obesità in tutto il mondo, che registra tassi di crescita in tutti i Paesi occidentali ma anche in quelli in via di sviluppo, tanto da esser oggi una delle principali cause di morte. Stando ai recenti dati forniti dallo Institute for Health Metric and Evaluation (riferiti a fine 2013), un terzo della popolazione mondiale (pari a 2,1 miliardi di persone) soffre oggi di obesità o problemi legati al sovrappeso. Un numero che in 33 anni è più che raddoppiato. E l’Organizzazione mondiale della sanità calcola che circa 3,4 milioni di persone ogni anno perdono la vita a causa di queste patologie, che interessano anche i Paesi in via di sviluppo, per il fatto che le minori risorse economiche a disposizione invogliano i consumatori a preferire alimenti più convenienti ma meno salutari.

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Non è migliore la situazione dei Paesi industrializzati, se è vero che gli Stati Uniti hanno un tasso di obesità pari al 33% (69,4% se consideriamo i sovrappeso), mentre anche l’Italia, col suo 20%, non resta di certo a guardare. In generale oltre la metà della popolazione mondiale alle prese con questo problema vive in soli 10 Paesi (Stati Uniti, Cina, India, Russia, Brasile, Messico, Egitto, Germania, Pakistan e Indonesia). Queste patologie minacciano la salute e costituiscono un onere finanziario enorme e crescente per le risorse nazionali. Tutto ciò perché il sovrappeso grave, od obesità, è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di patologie croniche, quali malattie cardiache e respiratorie, diabete di tipo 2, ipertensione e alcune forme di cancro.

Ma quali sono gli alimenti che causano i chili in eccesso e l’aumento dell’impatto ambientale?

Bevande zuccherate prima causa di sovrappeso e obesità non solo nei bambini.

Le bevande zuccherate, come ormai dimostrato da numerosi studi scientifici, sono all’origine di molte delle malattie più diffuse ai tempi nostri, come l’obesità, il diabete di tipo 2, l’ipertensione, l’insufficienza renale, la carie e i disordini alimentari. Un problema che riguarda spesso i più piccoli, particolarmente amanti di questo genere di bevande, che sono la prima causa di un eccessivo e nocivo apporto calorico. Secondo ricerche piuttosto recenti, l’elevato consumo di bibite zuccherate accentua il comportamento aggressivo degli adolescenti e il rischio di gravi disfunzioni renali.

Non usa mezzi termini l’Harvard School of Public Health, secondo la quale le bevande a base di soda, gli energy drink e i succhi di frutta dolci sono responsabili della morte di 180mila persona all’anno in tutto il Mondo, proprio perché all’origine dell’obesità e del sovrappeso che provocano patologie croniche.

Sovrappeso e obesità: si inizia dal carrello... della spesa!
Sovrappeso e obesità: si inizia dal carrello… della spesa!

Oggi la maggior parte delle bevande commercializzate a livello mondiale utilizza come dolcificante lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, un prodotto conveniente e a basso costo che ha permesso di ridurre i prezzi delle bibite e di aumentare le dosi di zucchero, così che oggi quest’ultime rappresentano la maggior singola fonte di calorie dell’americano medio. Negli Stati Uniti il consumo annuo procapite di questo sciroppo Hcsf si è infatti quasi raddoppiato negli ultimi 30 anni. Un effetto boomerang, perché il maggior apporto calorico è associato all’introduzione nella dieta di alimenti poco sani e salutari, quali le bevande zuccherate. Quest’ultime sono inoltre arricchite con numerosi additivi, quali conservanti, antiossidanti, e stabilizzanti, che comprendono ancheconservanti particolarmente rischiosi come il benzoato di sodio (E 210-213), l’anidride solforosa (E 220-224) e il dimetildicarbonato (E 242). Senza dimenticare l’alto apporto in coloranti, con la tartrazina, ad esempio, che è ormai considerata una causa di iperattività e bassa concentrazione nei bambini.

spesa junk food
Una spesa che predilige cibo ad alto contenuto calorico, formaggi, salumi e junk food non aiuta a mantenere la linea.

Le alternative al cibo spazzatura e alle bevande dolci

Di fronte a queste scorrette abitudine alimentari, si devono proporre valide alternative invitando a: sostituire le bibite gassate con le più sane e genuine spremute o coi frullati fatti in casa, e naturalmente all’acqua; leggere bene le etichette delle bibite industriali e quindi preferire quelle prive di coloranti e conservanti, nonché fare attenzione alla composizione dei succhi di frutta, perché quelli ottenuti dalla reale spremitura del frutto sono nettamente più sani di quelli derivati dal concentrato.

Imputato numero due, le merendine industriali

Il problema delle bevande zuccherine si ripropone con le merendine industriali, alimenti che non corrispondono alla descrizione idilliaca dei messaggi pubblicitari, che li ritraggono come sani, leggeri e nutrienti. La realtà è ben diversa, perché questi snack hanno un alto contenuto di zucchero e sono ricchi di conservanti, coloranti, edulcoranti e altri additivi. Notevole è anche il loro impatto ambientale: al di là della moltiplicazione delle confezioni in plastica non riciclabili, che accrescono il problema dei rifiuti, il loro grasso principale è ormai costituito dall’olio di palma, un ingrediente che sfrutta il suo basso costo e l’alta versatilità, che però si rivela dannoso non solo per la nostra salute, ma anche per l’ambiente.

spesa sana
L’aumento di peso è legato anche a cosa si compra. Se il carrello si riempie di verdure e alimenti sani sarà più facile mantenere la linea.

Milioni di ettari di foreste, soprattutto in Indonesia e Malesia, sono state infatti disboscate per far posto alle monocolture intensive delle palme da olio, che negli ultimi anni hanno visto triplicare la superficie a loro dedicata. Con conseguenze nefaste per la tenuta dell’ecosistema, perché meno alberi significano maggiore inquinamento e surriscaldamento globale, oltre a perdita di risorse per le popolazioni indigene. Utilizzato in numerosi prodotti (merendine, biscotti, torte, cracker, creme spalmabili e perfino latte per neonati), l’olio di palma presenta un elevato contenuto di acidi grassi saturi, che aumentano il colesterolo e i trigliceridi e quindi la possibilità di incorrere in problemi cardiovascolari.

Nel 2014 le importazioni di questo prodotto in Italia sono aumentate del 19% e hanno raggiunto il livello record di 1,7 miliardi di Kg, sollevando le proteste delle organizzazioni di categoria, che si battono per la difesa del “Made in Italy” di qualità. Fortunatamente, dal 13 dicembre 2014 è in vigore l’obbligo comunitario di specificare in etichetta la natura dell’olio utilizzato nei prodotti alimentari, al fine di favorire una scelta consapevole da parte dei consumatori.

Mostra Slow Food sulle tematiche della buona alimentazione

Su queste tematiche Slow Food presenterà una mostra, intitolata “Scopri la biodiversità”, nel corso dell’ormai prossimo Expo di Milano, e uno dei tavoli espositivi sarà dedicato a oggetti giganti (bottiglie di plastica, crocchette di pollo ecc.) che testimoniano alcune nostre insane abitudini alimentari, correlate sia all’aumento dell’impatto ambientale che al peggioramento della nostra salute.

Proprio all’acquisto responsabile è legato il messaggio di Slow Food, che invita anche nel caso delle merendine a leggere bene le etichette, in modo da preferire quelle prive di grassi idrogenati e con meno zucchero, conservanti, edulcoranti e additivi chimici, oppure a sostituirle con altri prodotti ben più sani e nutrienti, quali torte, crostate o il semplice pane con la marmellata o la cioccolata.

Immagine via shutterstock.

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