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Stop al mercurio in cosmetici e saponi con la ‘Convenzione di Minamata’

Recentemente 140 paesi di tutto il Mondo hanno siglato un accordo che punta ad una drastica riduzione delle quantità di mercurio impiegato nella produzione di cosmetici, saponi, dispositivi medici, lampadine e batterie, perché potenzialmente nocivo alla salute umana e all’ambiente.

Stop al mercurio in cosmetici e saponi con la ‘Convenzione di Minamata’

La Convenzione di Minamata per il Mercurio – questo il nome del trattato – è stata sottoscritta lo scorso 19 gennaio in Svizzera e rappresenta ad oggi il passo più importante sulla strada dell’impiego controllato a livello internazionale di uno dei metalli più presenti negli oggetti di uso quotidiano, benché altamente pericoloso.

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Dalla lunga lista dei prodotti finiti sotto accusa per le tracce di mercurio ritrovate – e citati nel testo del provvedimento – spicca però una grande escluso: il mascara, dove questo metallo è impiegato quale conservante, perché capace di inibire la proliferazione di germi, batteri e muffe all’interno del prodotto, elementi che possono danneggiare l’occhio provocando infezioni e irritazioni.

Una ragione che tuttavia non giustifica l’utilizzo di componenti ben più pericolosi e che per altro alcune aziende cosmetiche hanno già provveduto a sostituire con sostanze alternative, che restituiscono lo stesso effetto. Ma se le cose stanno veramente così, perché la Convenzione di Minamata non ne fa esplicito riferimento tanto da spingere esperti e scienziati a definire ‘ridicola’ e ‘inspiegabile’ la decisione di escluderlo dalla lista nera?

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Anche l’OMS ha più volte sottolineato i rischi connessi all’uso del mercurio in cosmesi trattandosi di una sostanza neurotossica estremamente potente che può danneggiare gravemente i centri nervosi, compromettere la funzionalità dei reni e condizionare lo sviluppo del cervello del feto in caso di gravidanza.

Eppure il mascara e altri prodotti per il trucco sono stati ufficialmente esentati dal divieto di utilizzo del mercurio poiché contenenti soltanto ‘tracce’ del metallo e perché – sempre secondo gli esperti dell’Onu incaricati di redigere il testo della Convenzione di Minimata – non esistono ad oggi dei validi sostituti del prodotto chimico.

Per alcuni studiosi queste sono affermazioni poco attendibili e non veritiere visto che la cosmesi biologica rappresenta l’alternativa più valida e affermata all’utilizzo di sostanze tossiche sicuramente dannose per l’uomo.

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Nel dubbio, meglio leggere le etichette prima per essere certi di comprare prodotti che utilizzino sostanze sicure che poi ci dobbiamo spalmare sulla pelle, mettere in viso e sulle ciglia…

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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