Studenti delle superiori provano come funziona il forno solare
I forni solari sono spesso adottati nelle zone più povere in alternativa a quelli tradizionali, perché mancano elettricità e gas che li alimentano normalmente. Grazie all’effetto riscaldante dei raggi solari e all’utilizzo di una scatola rivestita di carta stagnola è possibile difatti cucinare qualsiasi alimento nel pieno rispetto dell’ambiente.
Ma perchè non provare a diffonderne l’utilizzo visti i buoni risultati?
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Due studenti provenienti dalle scuole superiori Edward R. Murrow e James Madison, hanno presentato una simpatica mostra di stampo ecologico di fronte a Union Square Greenmarket, a New York. Utilizzando le scatole di cartone della pizza e dei fogli di alluminio che riflettono la luce del sole, hanno creato dei piccoli forni solari.
La carta nera è servita per rivestire le pareti e il fondo in modo da favorire l’assorbimento del calore, mentre la parte aperta della base è stata coperta con della pellicola trasparente per mantenere il calore generato all’interno.
Gli studenti hanno testato in diretta, grazie all’ausilio di un termometro, il livello di temperatura raggiunto ed è stato davvero impressionante quando la soglia ha toccato i 200° con il sole di mezzogiorno.
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Oltre alla collezione dei forni solari, i ragazzi hanno presentato anche un plastico su come sarebbe la città di New York se investisse unicamente sulle energie rinnovabili. Il plastico è stato realizzato interamente con il cartone recuperato da vecchi scatoloni. La città è stata arricchita di isole pedonali e di verde, è stato incentivato il trasporto pubblico e gli edifici sono stati pensati con pannelli solari e turbine eoliche. Le strutture adibite alle attività commerciali sono state reinventate con delle casette abitabili poste sul tetto.
La possibilità che a giovani studenti venga offerto un modo per esprimere se stessi e la propria creatività, reinventando un futuro dove si possa vivere in modo più sostenibile è per noi sinonimo di una piccola rivoluzione a livello culturale e ci piacerebbe che queste iniziative ricevessero il giusto ascolto anche in Italia.
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Ultimo aggiornamento il 21 Giugno 2024 da Rossella Vignoli