Mamma e bambino

Svezzamento vegetariano in pratica

Ecco un altro articolo di Roberta, la nostra veg coach. Questa volta parlerà di svezzamento vegetariano, un tema molto dibattuto, non sempre con la necessaria lucidità, che interessa a molti di noi.

Svezzamento vegetariano in pratica

Uno dei temi più caldi dell’alimentazione vegetariana è l’applicazione di questo stile alimentare ai bambini. Per alcuni è un’imposizione ma io dico che non lo è, nella misura in cui non lo è qualsiasi decisione che necessariamente un genitore prende per il proprio figlio. I nostri figli, specie i più piccoli, hanno bisogno che noi genitori decidiamo per loro, e si può decidere di far mangiare loro carne oppure no. Decisioni, non imposizioni.

Premesso questo, quando si parla di vegetarismo e bambini in Italia, non si può non nominare il massimo esperto e pioniere in questo campo: il dott. Luciano Proietti di Torino, pediatra e papà di tre figli, che studia sul campo l’alimentazione vegetariana in età pediatrica dagli anni settanta. Da lui ho appreso la teoria che poi ho anche messo in pratica su mio figlio che ora ha tre anni.

Il dott. Proietti sostiene che è più sbagliato, fisiologicamente parlando, per un bambino di pochi mesi, introdurre quei “papponi” di passato di verdura, cereali, carne omogeneizzata e parmigiano così come consigliato di solito. Non solo formaggi e carne sono cibi troppo impegnativi per un intestino immaturo ma lo è anche – udite udite – la fibra dei vegetali!

Secondo il Dott. Proietti infatti, l’introduzione di carne e latticini, alimenti concentrati di proteine e grassi, va a compensare l’effetto della fibra, perché, in un intestino non ancora allenato, “sequestra” i grassi, proteine, ferro e altri minerali, diminuendone l’assorbimento. Inserire fibra troppo precocemente porta all’introduzione di cibi non fisiologici come carne e latticini.

Svezzamento vegetariano schema

Ma quindi, cosa mangia un bimbo veg?

In generale, a partire dai sei mesi ed entro il compimento del primo anno, s’introducono i primi assaggi di qualcosa che non sia latte (materno o formulato), che, per un bambino vegetariano e per un onnivoro, consistono comunque in frutta stracotta e passata (o gli omogeneizzati in commercio). In questa fase i vegetali hanno un significato di educazione sensoriale – molto importante per i bimbi – e non nutrizionale, come invece avranno più in là quando potranno essere consumati crudi.

Anche il brodo vegetale, quel liquido che tutte le mamme ben conoscono, per i pediatri è la base delle prime pappe: prima solo carota e patata, poi anche zucchina, sedano, cipolla, pomodoro… Anche il bimbo veg lo potrà mangiare. Il procedimento è il solito: una volta bollite le verdure, va filtrato e usata solo la parte liquida, almeno fino all’anno di età.

FOCUS: Omogeneizzati fatti in casa, quello che c’è da sapere

Insieme al brodo vegetale si mescola un cereale raffinato (senza fibra), a partire da quelli senza glutine (riso, mais, tapioca) che prima va cotto nel brodo (in alternativa ci sono le apposite pappe liofilizzate in commercio) e poi condito con un cucchiaino di olio extra vergine di oliva.

Più in là si introducono i cereali con glutine.  Nelle prime settimane di svezzamento si offre un solo pasto composto in questo modo, di solito il pranzo, poi si aggiunge anche la cena. Intorno i sette mesi, si possono introdurre lenticchie rosse decorticate schiacciate con la forchetta come prima fonte proteica vegetale. In alternativa alle lenticchie si può introdurre anche del tofu e della crema di mandorle.

Dopo l’anno si inizia ad introdurre la verdura passata al posto del brodo, prima un cucchiaino e via via aumentando.

svezzamento vegetariano
Svezzamento vegetariano: una scelta ottimale per i nostri bimbi

Questo è l’adattamento moderno all’alimentazione infantile primitiva in cui la mamma (ma anche il papà) pare masticasse i cibi vegetali per poi trasferirne i succhi al bambino, privati delle fibre e pre-digeriti dalla saliva materna.

Di recente la SIP (Società Italiana di Pediatria) ha demolito il dogma dei latticini, dichiarando che prima dell’anno di età è bene non inserire parmigiano nelle pappe!  I latticini infatti sono guardati con sempre maggior sospetto per via del loro potere allergenico e per la loro correlazione con l’insorgenza del diabete di tipo 1. I latticini non sono necessari, soprattutto se non si consuma carne. Infatti la paventata necessità di introdurre alimenti particolarmente ricchi in calcio, come latte e latticini, proviene dall’errore di consumare cibi acidificanti, come le carni, che di fatto sequestrano calcio da ossa e denti indebolendoli. E questo vale anche per gli adulti.

Già prima dell’anno si possono poi introdurre yogurt di soia, purchè privato degli eventuali pezzi di frutta, perché i bambini piccoli non gradiscono “ostacoli”. Dopo l’anno poi partire con i primi assaggi di frutta secca come pinoli e frutta disidratata (uvetta, datteri) come spuntino. Se l’alimentazione del bambino è vegana, una volta terminato l’allattamento, bisognerà contemplare un’integrazione di vitamina B12, l’unica vitamina che per ragioni igieniche non è possibile assumere attraverso i vegetali al giorno d’oggi e che pertanto va integrata.

Ricapitolando, quali sono gli alimenti consumati prima dell’anno di età? Tutti i cereali purché raffinati, minestre, focaccia bianca, pane, creme di semi oleosi, legumi, derivati della soia, yogurt e budini di soia e di riso, latte di mandorla, di soia, di avena, di riso, frutta cotta o molto matura e schiacciata. E in un regime lacto-ovo-vegetariano, anche piccole quantità di formaggi magri come ricotta e uova.

Dopo l’anno si inizia ad introdurre la fibra con cereali semi-integrali e passati di verdura in modo graduale per allenare l’intestino ad elaborare questo importante elemento; anche i legumi potranno essere consumati tali e quali, purché ben cotti. E via via fino a mangiare quello che mangiano mamma e papà”.

Ringraziamo Roberta per la suo utile guida allo svezzamento con consigli pratici e indicazioni importanti e, aggiungiamo noi, se non siete ancora convinti, rileggetevi anche cosa dice un esperto del calibro del Prof. Umberto Veronesi a proposito dello svezzamento vegetariano:

Scegliere lo svezzamento vegetariano significa dare all’infante un vantaggio indiscutibile in termini di salute, perché lo si dota di una difesa forte e duratura contro molte malattie dell’età adulta. E’ principalmente nell’infanzia che si  acquiscono gli stili di vita che ci accompagneranno per tutta la vita.

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Roberta Bartocci

Laureata in biologia, è una nutrizionista di lunga data attiva sul suo sito vegcoach.it, esperta di cucina vegetariana ma soprattutto vegana e di cucina naturale.

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3 Commenti

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