Chi non ha mai desiderato almeno una volta di lasciarsi lo stress della quotidianità alle spalle, per rifugiarsi in un luogo di tranquillità e pace, immerso nella natura? Ecco dieci progetti che hanno trovato realizzazione in alcuni degli angoli naturali più belli e suggestivi al mondo: 10 eco-rifugi per scappare via dalla pazza folla, magicamente immersi tra sogno e realtà.
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Cominciamo da un posto nella nostra bella Italia.
Ha firma italiana questo progetto dell’architetto Giovanni Peramosca realizzato tra le rocce sulle più alte vette delle Alpi Giulie. Il rifugio si trova a oltre 2.500 m sopra il livello del mare ed è stato commissionato dalla famiglia del defunto scalatore dal quale prende il nome.
La struttura può ospitare fino a 9 persone alla volta, fornendo un riparo a tutti i visitatori, gli scalatori, appassionati di montagna in cerca di riposo dopo il lungo cammino.
Questo rifugio nel verde è stato realizzato sfruttando finestre recuperate da siti di demolizione. L’idea, dello studio francese Bureau A, ha permesso di creare uno spazio vicino Ginevra dove esplorare i punti di contatto tra sogno e concretezza, in un piccolo padiglione totalmente vetrato.
Un maso vecchio di 200 anni che si trova nel Canton Ticino, tutto in pietra e legno, è senza pretese, ma è stato trasformato in una rustica casa estiva in cui solo l’esterno è preservato.
Il progetto dello studio Buchner Bründler Architekten rivela una doppia anima. L’esterno, conservato con le sue caratteristiche originali, cela un interno brutalista in cemento a vista a doppia altezza, nel quale non manca il camino.
Questo rifugio nella natura ideato dallo studio Scott&Scott Architects cattura lo spirito avventuroso delle esplorazioni nella natura.
Questa piccola casa immersa nel verde selvaggio dell’isola canadese davanti a Vancouver, può essere raggiunta soltanto per cinque mesi all’anno attraverso una strada sterrata, durante l’inverno diventa accessibile soltanto a piedi o in slittino.
La struttura minimalista è stata pensata per resistere ai forti venti e al peso della neve che si accumula durante la lunga stagione fredda, reggendosi su lunghi pali che le permettono di non essere sepolta dalle nevicate. Non c’è elettricità e il riscaldamento è prodotto da una stufa a legna.
Lo studio Widjedal Racki ha creato una suggestiva casetta estiva sulla riva di un’isola nell’arcipelago davanti a Stoccolma.
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Formazioni rocciose e piante d’alto fusto disegnano un paesaggio nel quale questa piccola costruzione in legno si integra alla perfezione, fondendo spazi aperti e spazi chiusi in un gioco di continue variazioni.
Pochi rifugi sono così lontani dal caos cittadino come quello progettato dallo studio Kolman Boye Architects sull’isola di Vega, nell’arcipelago norvegese, a poca distanza dal circolo polare. Il piccolo edificio si fonde con il paesaggio circostante come se ne avesse sempre fatto parte, nascondendo un cuore fatto di design e accoglienza.
Tra questi eco-rifugi, eccone uno con una soluzione che si contraddistingue per la sobria eleganza degli interni.
Essenzialità e semplicità infatti sono le parole d’ordine che hanno guidato la progettazione dell’Hamra che porta la firma di Dinell Johansson.
Si trova in Svezia, nella regione del Gotland, ed è studiata per ospitare in 64 mq il massimo numero di letti possibili organizzandosi con tutto il necessario ma in maniera estremamente funzionale, grazie all’idea di una zona cucina al centro e di servizi all’esterno della casa.
A causa di un budget molto contenuto è stata tenuta più semplice possibile, la casetta non ha un fronte o retro e ogni lato è generico, permettendo l’acceso da ogni parte.
Simon Hjermind Jensens si è chiaramente ispirato alle culture nomadi per imprimere forma e carattere alla sua creazione: un rifugio nel verde dalle forme tondeggianti, che ospita un fuoco sempre acceso al centro del rifugio e che sfrutta le aperture per la ventilazione naturale, proprio come una antica tenda indiana.
All’interno, una semplice panca invita gli occupanti a raccogliersi attorno al fuoco centrale.
Il lodge di montagna dello studio Reiulf Ramstad Arkiteker si sviluppa su un unico ramo centrale che ospita la zona notte, per poi dividersi in due separate aree dedicate alla zona living, da qui il nome di split view. L’edificio sfrutta materiali naturali e si sviluppa su più livelli, per poter sempre emergere dalla neve.
Torniamo in Norvegia. La piccola casa estiva dello studio Knut Hjeltnes Architects sembra crescere naturalmente dal terreno, sviluppando lunghe radici che si estendono fino all’acqua. La vista centrale, grazie all’ampia vetrata, si apre direttamente sul lago, mentre due vani in legno si sviluppano per garantire la privacy degli ambienti più intimi.
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