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7 buoni propositi del 2013 per un pianeta sostenibile

Il nuovo anno è arrivato e con lui i buoni propositi che ognuno, a suo modo, porterà a termine oppure no. Al di là dei desideri personali, sarebbe opportuno e utile pensare anche a come agire per salvaguardare e migliorare le condizioni dell’ambiente in cui viviamo.

7 buoni propositi del 2013 per un pianeta sostenibile

Con questo pensiero green e soluzioni applicabili e diffondibili facilmente, è possibile fare una wishing list da cui partire per dare il nostro personale contributo alla Terra e a Madre Natura.

1. Impedire l’estinzione delle specie.

La Terra sta subendo un’ondata di estinzioni enorme, seconda solo a quella dei dinosauri avvenuta 65 milioni di anni fa. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente stima in 150-200 le specie che si estinguono ogni giorno. Una delle cause principali è il bracconaggio, che negli ultimi dieci anni è aumentato drammaticamente. In certe  zone dell’Asia questo fenomeno è spinto dalla domanda di animali per la medicina tradizionale. Secondo l’agenzia Reuters in Sud Africa nel 2012 sono stati uccisi 633 rinoceronti (erano 448 morti nel 2011 e solo 13 nel 2007). Bisogna tener presente che gli esseri umani provengono da un mondo pieno di altre creature e forme di vita. La perdita di biodiversità rappresenta un fattore negativo per tutti noi. Ogni specie ha una funzione specifica che non può essere interamente sostituita se la stessa si estingue, portando ad un ecosistema meno produttivo, con meno risorse anche per gli esseri umani.

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2. Preservare le foreste pluviali

Le foreste pluviali sono serbatoi vitali di piante, animali e microbi. Forse non tutti sanno che la maggior parte degli animali terrestri non è costituito dalle grandi specie come elefanti e tigri ma dagli artropodi (un gruppo di insetti, aracnidi e crostacei, tutti con esoscheletri duri), il gruppo più eterogeneo di animali del mondo. Hanno vari ruoli nel ciclo vitale, dal consumo di materia fecale ai fiori impollinatori. Inoltre le foreste pluviali ospitano anche molte specie di piante che possono aiutare gli esseri umani, per esempio composti derivati ​​da queste piante sono state utilizzate per creare farmaci (pensate al chinino, anti-malarico estratto dall’albero di china dell’Amazzonia).
E poi le foreste forniscono il pianeta di un’ enorme quantità di ossigeno. Dal 2000 al 2010 circa 240.000 kmq – equivalente al Regno Unito – della foresta amazzonica sono stati rasi al suolo.

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3. Proteggere le aree con elevata biodiversità

Esistono alcuni ambienti creati per non essere violati, soprattutto quelli che ospitano le varietà in via di estinzione, specie introvabili altrove, varietà  particolari o che forniscono altri importanti vantaggi ecologici. Fanno parte di queste aree che richiedono un’attenzione particolare il Madagascar, unico posto al mondo ad ospitare  i lemuri e molte altre forme di vita che risiedono solo lì. L’isola al largo della costa africana ha, però, perso almeno il 90% della sua copertura forestale originale a causa dell’uomo.
Un altro gioiello sono le Filippine, con uno dei più alti tassi di biodiversità del pianeta, anch’esso minacciato dalla deforestazione e dallo sviluppo.

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4. Ridurre i gas a effetto serra e limitare il cambiamento climatico

Gli esseri umani bruciano grandi quantità di combustibili fossili, aumentando la concentrazione di anidride carbonica, metano e altri gas che intrappolano il calore nell’atmosfera. Molti scienziati hanno stimato che il CO2 nell’atmosfera deve essere limitato a 350 parti per milione (ppm) per evitare l’alterazione del clima, le ondate di calore e le siccità, l’innalzamento del livello del mare e l’estinzione di quelle specie animali che non riescono ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici.

Per evitare i gravi effetti dovuti al riscaldamento globale, l’uomo avrebbe bisogno di trovare rapidamente fonti energetiche alternative, sfruttando risorse naturali come sole, vento o il calore dalla terra. I peggiori effetti del riscaldamento si sono verificati in Artico e Antartico dove è avvenuto un fenomeno chiamato amplificazione polare. Molte aree in tutto l’Artico si sono riscaldate di 1,7° nel corso degli ultimi 30 anni, un riscaldamento che avviene in modo molto più rapido rispetto al resto del mondo .

Queste zone sono dimora di magnifici animali, come orsi polari e pinguini, molto sensibili ai cambiamenti ambientali. Una conseguenza del riscaldamento globale è rappresentata dallo scioglimento dei ghiacciai, che potrebbe alla sommersione della maggior parte delle attuali aree urbane del mondo. E anche se queste aree non si scioglieranno completamente, potrebbero ancora causare significativi innalzamenti del livello del mare.

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5. Evitare l’ inquinamento delle acque

Nonostante i provvedimenti  e gli enormi passi avanti fatti negli anni, negli Stati Uniti, in Europa e anche in Africa, l’inquinamento delle acque rimane un problema enorme e crescente anche in molte altre parti del mondo, compresa la Cina, parti del sud dell’Asia e dell’Africa.

Oltre gli svantaggi evidenti del mancato accesso all’acqua potabile, l’inquinamento dovuto a scarichi agricoli, una volta raggiunti gli oceani, crea le cosiddette ‘zone morte’ – fioriture di alghe che consumano tutto l’ossigeno presente facendo morire le specie che vi abitano. La zona morta nel Golfo del Messico è in costante crescita e, recentemente, copriva un’area pari alle dimensioni del New Jersey. L’inquinamento contribuisce anche alla malattia del corallo, un fattore importante non riconosciuto nel declino delle barriere coralline – ai primi posti per la biodiversità .

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6. Migliorare la gestione della pesca

Le nuove tecniche di pesca stanno provocando la morte di troppi tra pesci, tartarughe e mammiferi marini, anche quando queste creature non rappresentano le prede dei pescatori.  La peggiore di queste è l’uso di reti di grandi dimensioni (a strascico, sciabiche e reti da posta derivanti, che catturano quasi tutto sul loro cammino) e la pesca con palangari, in cui centinaia o migliaia di ganci sono sospesi fino a molte miglia dietro le barche.

Il palangaro nel Golfo del Messico si estende per quasi 50 km e più della metà del tonno e del pesce spada pescato sono rigettati in mare. E non solo, anche specie che non venivano cacciate solitamente, ora sono in pericolo. Gli squali, per esempio, sono vittima del finning, la recisione della pinna caudale. Fino a 73 milioni di squali vengono uccisi ogni anno per soddisfarne la domanda. Gli ecosistemi oceanici dipendono da questi predatori ed è necessario preservarli per mantenere la rete della vita inalterata e in equilibrio.

7. Consumare meno, in generale

Consumare meno è una delle soluzioni più facilmente applicabili nella vita quotidiana di ognuno di noi. Possiamo sopravvivere benissimo utilizzando meno energia e meno acqua, riutilizzando e riciclando materiali come carta, vetro e plastica. Possiamo riutilizzare borse per la spesa. Molti oggetti possono anche non essere gettati perché fuori moda. Un recente studio ha rilevato che una percentuale elevata di apparecchi buttati via sono ancora funzionanti ma sono sostituiti con i modelli successivi. Anche  l’acquisto di auto ibride o veicoli elettrici alimentati da fonti rinnovabili potrebbe assare l’inquinamento. Cose più semplici per consumare meno sono anche le più scontate: spegnere le luci e gli elettrodomestici, sostituire i  filtri dell’aria nei sistemi HVAC, usare meno plastica

Buona cosa sarebbe ricordarsi che le risorse del Pianeta non sono illimitate e che il disinteressamento o le cattive abitudini lo renderanno sempre più evidente.

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