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A Pechino si obbliga a fare vacanza per diminuire lo smog e ospitare un vertice tra Paesi d’Asia più ‘pulito’

Pechino invita ad andare fuori città i suoi abitanti chiudendo scuole e uffici pur di pulire l’aria e diminuire lo smog in vista del vertice tra Paesi d’Asia.

C’è chi manda i propri figli in vacanza per stare un po’ in intimità con la propria metà, chi ci manda proprio la propria metà per rilassarsi (e magari fare altro) e chi ci manda i propri sudditi per diminuire lo smog.

A Pechino si obbliga a fare vacanza per diminuire lo smog e ospitare un vertice tra Paesi d’Asia più ‘pulito’

E’ quanto accaduto in Cina, esattamente a Pechino, tra il 7 e il 12 novembre va in scena il vertice Apec dei Paesi dell’Asia/Pacifico e le Autorità, non potendo sfigurare, dati i livelli di smog che sono elevatissimi, hanno obbligato la circolazione a targhe alterne e la chiusura di scuole e fabbriche per non rovinare il soggiorno a centinaia di funzionari e decine di capi di Stato che arriveranno in questi gioerni nella capitale cinese.

Fin qui niente di strano, ma la vera chicca è che l’esecutivo ha incoraggiato gli agenti di viaggio ad offrire sconti speciali ai loro clienti così da favorire le partenze dalla città.

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Inoltre, per fare le cose per bene, sono state selezionate 69 fabbriche ‘colpevoli’ di essere grandi inquinatrici, e sono state costrette a chiudere i battenti durante il convegno. Mentre altre 72 hanno limitato le ore di lavoro. Le caldaie a carbone, molto comuni nella capitale, dovranno essere spente nello stesso periodo. Peccato però che queste misure pittoresche e drastiche siano prese solo in occasione di eventi internazionali e non diventino sistemiche.

Ci sono infatti altri precedenti: come un altro vertice Apec, quello che si tenne a Shanghai nel 2001, con vacanze di cinque giorni per tutti i cittadini, segno che il problema dell’inquinamento è sentito in diverse città cinesi e non solo a Pechino.

Non è andata bene invece con la recente e storica maratona di Pechino disputatasi il 19 ottobre, con i corridori costretti ad indossare le maschere antigas perché gli organizzatori non hanno fatto in tempo a rimandare la gara o a chiudere le attività per qualche giorno.

Risolvere il problema una volta e per tutte no, eh?

Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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