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Ad est di Milano c’è gas naturale? E dopo anni si ricomincia a cercare…

Dopo quasi quarant’anni, la zona a est di Milano torna all’attenzione dei magnate dell’energia per la sua presunta ricchezza del sottosuolo. Se il 12 ottobre 1974 ci aveva provato l’Eni – con tanto di entusiasmo del Presidente della Repubblica Giovanni Leone, e dell’allora Presidente del consiglio Mariano Rumor – ma inutilmente (già negli anni ’80 il cantiere si fermò e nel ’96 il sito fu completamente rimosso), ora a provarci è la società americana Mac Oil.

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Non cercheranno petrolio come l’Eni, ormai un’illusione, ma gas metano su una superficie di oltre 180 km quadrati.

Il Ministero dello Sviluppo economico ha infatti concesso un permesso di ricerca in un’area che interessa 37 comuni a est di Milano: da Cassano d’Adda a Gorgonzola, da Inzago a Pioltello. La Mac Oil avrà a disposizione 12 mesi per gli studi geologici. Poi entro 18 mesi potrà installare i primi due pozzi esplorativi e bucare il terreno.

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Ma è già allarme, come sottolinea Pietro Dommarco, giornalista e autore del libro ‘Trivelle d’Italia’ in un’intervista a Il Fatto quotidiano: “In questi casi possono sorgere problemi di diversa natura” spiega. “Il primo riguarda il consumo di suolo, che sarà occupato da enormi piattaforme di 50 metri per 50 ciascuna. Poi ci sono i rischi per la falda. Per effettuare scavi di quattro metri, come in questo caso, si usano fanghi di perforazione che contengono sostanze chimiche che potrebbero entrare in contatto con le acque sotterranee. E poi c’è la gestione dei rifiuti. Come saranno smaltiti? Nel progetto presentato dalla società non se ne ha traccia”.

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Poi conclude amareggiato: “Il fatto è che la normativa italiana incentiva simili operazioni si pagano le tasse più basse al mondo per l’estrazione e gli sotto una certa soglia di materiale estratto sono addirittura esentasse. Al territorio potrebbe non spettare nulla per i giacimenti Mac Oil”.

Ma la Regione Lombardia insegue il Texas dream ed ha deciso di escludere il progetto dalla Via, la Valutazione di impatto ambientale. I primi a mobilitarsi sono stati quelli del comitato Martesana Libera, i quali hanno preparato un’interrogazione e un ordine del giorno da presentare ai consigli di tutti i 37 comuni per chiedere il blocco immediato dei lavori e di aprire la discussione sul territorio.

Gli enti locali interessati non sono stati per nulla chiamati in causa dalla Regione… succede sempre così.

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Luca Scialò

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