Agios Efstratios, Grecia: la prima isola ecosostenibile del Mediterraneo?
Nel Mar Egeo, tra l’isola di Lesbo e di Limnos, si trova questo piccolo isolotto dal nome quasi impronunciabile, Agios Efstratios. Appena 43 km quadrati, per meno di 400 abitanti, l’isola di origine vulcanica è nota per essere stata patria di molti esiliati politici. E’ stata completamente rasa al suolo a causa di un terremoto nel 1968.

Della sua storia si sa ben poco, una leggenda vuole che il nome dell’isola sia stato preso da quello di un santo vissuto lì in esilio. Nell’isola tuttavia sono molte le tracce della presenza bizantina.
Oggi si presenta come la meta ideale per chi è alla ricerca della quiete e del silenzio, fra spiagge e grotte, lontano dal turismo selvaggio.
C’è un solo centro abitato, dove la vita scorre lenta, a contatto stretto con la natura. Spiagge incontaminate, mare chiaro e pulito, caprette che vagano tranquillamente fra le stradine.
I posti vengono raggiunti a piedi o in bicicletta, le automobili sono bandite, gli unici mezzi ammessi sono quelli elettrici.
L’isola difatti è stata scelta dal Ministro greco per lo Sviluppo sostenibile, Costis Hatzidakis, per un progetto sperimentale: grazie allo stanziamento di 10 milioni di euro, si punta a trasformare Agios Efstratios nella prima isola ecologica del Mediterraneo, a zero emissioni di CO2.

L’obiettivo è quello di raggiungere l’autosufficienza dal punto di vista energetico, sfruttando l’energia eolica, fotovoltaica e da biomassa. Anche il sistema dei trasporti sfrutterà le riserve energetiche prodotte dagli impianti.
Ogni abitazione avrà un sistema di isolamento per evitare la dispersione del calore, mentre saranno messe a punto serre ipotermiche e sarà favorito lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Pian piano anche gli uffici e gli impianti di illuminazione pubblica saranno rinnovati in veste ecologica.
Si prevede che anche le isole di Tilos e di Nisyros entrino presto a far parte del progetto.
La Grecia si sta dimostrando particolarmente attenta alle tematiche ambientali, lanciando piccoli segnali di speranza sulla possibilità di lasciare incontaminati questi posti paradisiaci.
Tuttavia è bene che questi sforzi si estendano a livello globale, di modo che ciascuna nazione si faccia carico della salvaguardia dell’ambiente.
Speriamo quindi che il progetto delle isole ecologiche catturi presto l’attenzione degli altri Paesi.