Mancano pochi giorni all’inizio del Sardinian Sustainability Film Festival che si terrà a Norbello e Abbasanta, in provincia di Oristano, un inedito appuntamento cinematografico dedicato alla sostenibilità sociale e ambientale. Ricco il programma di cortometraggi, tra cui un documentario che abbiamo potuto vedere nei giorni scorsi e che recensiamo per la sua forte valenza simbolica.
Il documentario si chiama “Il Custode”: realizzato da Gian Basilio Nieddu e Giuseppe Boeddu, si può facilmente vedere, basta un click, nella Digital Library della Regione Sardegna. Un portale, voluto dall’ex presidente Renato Soru, dove è possibile vedere decine e decine di documentari, film, immagini sulla Sardegna: sardegnadigitallibrary.it
Narra di una persona semplice, analfabeta, ma ricca di iniziativa. E soprattutto con una forte coscienza ecologica e sociale. Si chiama Agostino, fa il servo pastore (termine in verità bruttissimo) ma si è inventato un lavoro che oggi si può definire da green economy per il suo alto tasso di sostenibilità ambientale e sociale. Si tratta del recupero di un’antica stazione termale, seppur modesta nei suoi spazi, che Agostino ha ripulito e reso fruibile a turisti e cittadini di un paese sardo. Una vera impresa raccontata che il documentario “Il Custode” narra con molta umanità.
Il documentario, che è visibile a questo indirizzo della Digital Library della Regione Sardegna è stato finanziato dal Isree (isresardegna.it), l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, che in questi ultimi anni ha prodotto numerose ricerche di antropologia visuale e di cinema sostenibile.
La storia è quella del pastore Agostino, ma la metafora è chiara: è una metafora sulle opportunità sostenibili di fare turismo in Sardegna (e non solo). Come dimostra l’esperienza del protagonista per migliorare la qualità del turismo non è sempre necessario progettare grandi interventi infra strutturali che spesso hanno degli impatti negativi dell’ambiente. A volte basta recuperare, riusare, valorizzare le risorse presenti.
Agostino con poche centinaia di euro ha ripulito spogliatoi e vasche di questa piccola piscina termale, già conosciuta dai Romani, e offerto un servizio ai tanti turisti che raggiungono la vicina spiaggia di Cartoe. Un fazzoletto di sabbia nel comune di Dorgali e a pochi chilometri dalle grotte di Ispinigoli, visitabili e importante monumento naturale della zona, che viene molto apprezzato dai visitatori. Che dopo la spiaggia e grazie ad Agostino possono rigenerarsi e immergersi nelle acque di Su Anzu (questo il nome della stazione).
Il protagonista dalla primavera all’autunno divide la sua giornata tra l’ovile dove si prende cura delle pecore, la spiaggia e Su Anzu. Un microcosmo dove coltiva le sue innumerevoli relazioni sociali. Un modo positivo per stare con la gente e guadagnare due soldi due offrendo il suo servizio di custodia e manutenzione quotidiana. Il documentario registra la giornata e offre un modello di gestione delle risorse naturali da imitare.
Il documentario si conclude con una frase anch’essa fortemente simbolica dell’economista eretico Albert Hirschman, lo sviluppo non dipende da una combinazione ottima di risorse e fattori determinati ma dalla mobilitazione di risorse e capacità nascoste, disperse o malamente utilizzato.
Insomma, per fare sviluppo non si può affidamento solo sull’abbondanza delle materie prime o dei capitali ma sulle risorse umane: creatività e fantasia in primis.
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