L’agricoltura biologica conviene sempre di più, perché fa guadagnare e crea più occupazione. Non a caso attira sempre più giovani, i quali hanno attitudini più tecnologiche con aziende a conduzione familiare. Lo dice l’ultimo Bioreport del Ministero delle Politiche agricole, Inea, Ismea e Sinab.
Basta solo dire che il reddito netto per unità lavorativa familiare è di 51.478 euro contro i 34.294 euro delle aziende che producono in modo convenzionale. Allo stesso tempo nel “bio” si spende il 14% in più per il lavoro (22.957 euro contro i 15.066 del convenzionale), semplicemente perché c’è più lavoro.
SPECIALE: Agricoltura sociale
Inoltre il 22% delle aziende che operano nell’agricoltura biologica è condotta da un giovane di età compresa tra i 20 e i 39 anni, a fronte del 9,6% relativo al totale delle aziende, in possesso di un titolo di studio mediamente elevato (il 17% è laureato e 32% ha un diploma di scuola superiore, contro rispettivamente, il 6% e il 18%) e molto attenti alle nuove tecnologie e alle nuove forme di sviluppo. Non a caso il 15,6 % delle aziende biologiche italiane è informatizzato (contro il 3,8% delle convenzionali), il 10,7% ha un sito web (contro l’1,8%) e il 5,2% pratica l’e-commerce (contro lo 0,7%).
Le attività in cui sono impegnate tali aziende sono anche altamente diversificate, il triplo rispetto a tutte le altre aziende, e praticano quasi tutte la vendita diretta: l’89% delle aziende rispetto al 64% delle altre.
Insomma, il biologico è il futuro dell’agricoltura. Un futuro roseo che però andrebbe difeso e incentivato di più.
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