Allarme Greenpeace: la barriera corallina “sta friggendo”
Un nuovo allarme per la grande barriera corallina, già in pericolo da tempo per la crescente acidificazione dei mari. Ora si è scoperto che sta letteralmente ‘friggendo’.

A denunciarlo è Greenpeace (nella fattispecie, la sua sezione in Australia) con tanto di foto. Motivo? Sempre lo stesso: l’aumento delle temperature globali causato dai cambiamenti climatici.
Autore delle suggestive quanto preoccupanti foto è Brett Monroe Garner, biologo marino e fotografo naturalista. Garner denuncia come: “In queste foto quasi il 100% dei coralli è soggetto a sbiancamento, e nessuno sa quanti tra questi torneranno alla condizione precedente. Le alghe stanno già iniziando ad invadere molti dei coralli“.
Cosa c’è alla base di questo fenomeno? Il surriscaldamento delle acque, le quali, quando diventano troppo calde, fanno sì che i coralli espellano le alghe (zooxanthellae) che vivono nei loro tessuti. E questo porta allo sbiancamento.
Se le temperature non tornano alla normalità entro le 6-8 settimane, i coralli finiscono perfino per morire.
Ad aggravare la loro situazione il fatto che gran parte della barriera corallina si trovi spesso a pelo d’acqua, proprio dove si verifica il maggiore aumento delle temperature.
Lo scorso anno il 93% dei coralli della Grande Barriera Corallina è stato soggetto a sbiancamento, e il 22% di questi è morto. Ciò significa che, se è vero che la gran parte dei coralli resiste, almeno 1 su 5 muore. E alla lunga, questo fenomeno provocherà la loro definitiva estinzione.
Greenpeace Australia lancia infine un monito ai governanti: “Possiamo ancora interrompere la distruzione della barriera se riduciamo drasticamente le emissioni globali“. Ma i potenti della Terra hanno sempre fatto ‘orecchie da mercante’. E come se non bastasse, a peggiorare la problematica si aggiunge il turismo di massa, che rovina le zone incontaminate.
Proprio qualche giorno fa in Thailandia è morta una tartaruga marina di 25 anni che aveva ingoiato quasi un migliaio di monetine lanciate dai turisti. Anche se i veterinari erano riusciti ad asportargliele tramite operazione all’intestino, ad ucciderla è stato l’avvelenamento del sangue causato dai cinque chili di metallo.
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