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All’ENEA si prova con la fusione a idrogeno per produrre energia a basso costo

Le tecnologie del nucleare potrebbero indirizzarsi verso la produzione di energia pulita? Da anni l’argomento è al centro di dibattiti e ipotesi teoriche. Ora l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,  intende promuovere un’indagine scientifica che permetta di ricavare risposte concrete. Ecco dunque Fast, acronimo di Fusion Advanced Studies Torus, un progetto che prevede di costruire un reattore sperimentale in grado di sviluppare tecnologie al servizio della fusione nucleare.

Costo dell’operazione 300 milioni di euro, e quartier generale previsto nei laboratori di ricerca Enea a Frascati. Un’iniziativa non isolata, ma inserita in una generale programmazione continentale (diretta da Euratom, la Comunità Europea dell’Energia Atomica)  che ha in agenda per il 2020

l’entrata in funzione del reattore dimostrativo Iter, International Thermonuclear Experimental Reactor.  Iter e Fast potranno finalmente togliere i veli sulla possibilità di ricavare dall’atomo energia verde, e a basso costo.

L’obiettivo degli scienziati è chiaro: riprodurre lo stesso fenomeno che si realizza all’interno delle stelle, cioè dar forma a un reattore in grado di portare i gas di idrogeno presenti all’interno dell’anello a temperature così elevate da provocare la fusione dei nuclei degli atomi di idrogeno, in modo da determinare un grosso rilascio di energia. Negli uffici di ENEA si pensa che l’investimento potrebbe originare un grande vantaggio competitivo per questo settore ad alta tecnologia, ma anche per altri ambiti, come appunto quello delle energie rinnovabili.

E’ la sfida del terzo millennio. La fusione dell’idrogeno è una via pulita per produrre energia, senza rischio di esplosioni devastanti o irraggiamento da scorie radioattive. Inoltre potrebbe consentire l’abbattimento di tutti i problemi emersi dall’esperienza della fissione (ovvero l’attuale processo mediante il quale si produce energia dal nucleare). Una domanda sorge spontanea: ma come funziona la fusione nucleare? Il combustibile dei reattori a fusione è dato dal deuterio e dal litio, entrambi estratti dall’acqua e dal terreno. Gli isotopi dell’idrogeno sono posti sotto vuoto e riscaldati ad alte temperature fino a formare il “plasma” (nuclei separati dagli elettroni). Quest’ultimo viene poi riscaldato a sua volta da corrente elettrica per far sì che gli atomi di idrogeno si fondano rilasciando energia e atomi di elio. In questa procedura due nuclei leggeri si fondono per ottenere nuclei pesanti, generando energia pulita per difetto di massa.

Speriamo che attraverso Fast anche i cervelli italiani possano offrire un significativo contributo alla ricerca di queste rivoluzionarie forme di energia “ a impatto zero”.

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Published by
Claudio Riccardi

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