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Allevamento, sempre meno razze nelle fattorie italiane

La vecchia fattoria di zio Tobia resta sempre più una semplice canzoncina per i più piccoli. Secondo la Coldiretti la crisi mette a rischio gli allevamenti italiani, dove in un solo anno sono scomparsi oltre 10 milioni di capi. Lo ha denunciato in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona.

Allevamento, sempre meno razze nelle fattorie italiane

Se parliamo di numeri è evidente che sia una vera e propria ‘strage’: solo nel corso del 2013 la ‘Fattoria Italia’ ha perso circa 7 milioni di polli e galline, 750.000 tacchini, 700.000 conigli e circa mezzo milione tra faraone, oche ed anatre, circa un milione di pecore, agnelli e capre, 650.000 maiali, 45.000 manzi e e 25.000 bufale. Il tutto porta a ben 130 razze tipiche italiane in via di estinzione (38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini).

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A farne le spese prima di tutto è la biodiversità ma anche il comparto economico dell’allevamento italiano, che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35% dell’intera agricoltura nazionale, è a rischio crisi e dipendenza dall’estero (circa 800.000 i posti di lavoro che andrebbero persi per la diminuzione degli animali allevati).

Secondo la Coldiretti una delle ragioni principale di questo crollo degli animali allevati sul suolo italiano, soggetti a una serie di controlli sempre stringenti che ne garantiscono qualità e sicurezza, è la mancanza di trasparenza nell’informazione ai consumatori.

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Dunque, è l’inganno del finto Made in Italy, che spinge a proporre sul mercato animali allevati in Paesi dove non ci sono regole, o vengono facilmente eluse, dove i costi sono molto più bassi ma anche le condizioni degli animali sono preoccupanti e le sostanze date poco chiare.

Infatti: “sugli scaffali del supermercato due prosciutti su tre sono venduti come italiani, ma provengono da maiali allevati all’estero, così come tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro, che sono stranieri senza indicazione in etichetta, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere“, denuncia il presidente Roberto Moncalvo.

Di qui la richiesta di Coldiretti di rendere effettiva la legge sull’obbligo di specificare l’origine degli alimenti.

Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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