Anche la coltivazione di marjuana distrugge la foresta nigeriana
Un nuovo pericolo incombe sulla già bistrattata foresta nigeriana: la coltivazione di marijuana illegale, che già sta procedendo a ritmi serrati dal 2010.
Nel 2012, il Delta Forest Project Southwest / Niger ha indagato su nove riserve forestali per scoprire che nel biennio 2010-12 oltre la metà della deforestazione è stata causata proprio dalle sempre più invasive piantagioni di cannabis sativa, mettendo sempre più a rischio le condizioni degli scimpanzé che popolano l’area tra Nigeria e Camerun, considerata la più devastata dal fenomeno.
La situazione in cui versa la Nigeria, il cui territorio è già distrutto dallo sfruttamento petrolifero e del legname, è peggiorata dall’azione dei coltivatori di marijuana, che sovente radono al suolo e bruciano grandi porzioni di verde di terra per piantare il loro raccolto. Infatti la marijuana ha bisogno di almeno 12 ore di luce per crescere e non può rimanere nessun’altro tipo di pianta accanto che ne comprometterebbe il raccolto.
L’habitat di molti animali è così irrimediabilmente compromesso e la foresta stessa indebolita dalla riduzione dei suoi margini. Inoltre, le colture spesso ricevono trattamenti di fertilizzanti chimici, erbicidi e pesticidi, che possono avere effetti deleteri per l’ecosistema circostante.
Perché proprio la marijuana? Perché tale coltivazione genera utili entro 6-8 mesi dalla semina e rende fino a 3 volte di più di altre colture destinate a scopi alimentari.
Naturalmente si guarda al profitto e non certo alla distruzione della foresta e del mondo che ne fa parte…
Leggi anche:
- Shell condannata per l’inquinamento in Nigeria
- Uscito il nuovo rapporto ONU sui danni ambientali nel delta del Niger
- Scandaloso! L’Africa è usata come discarica per i rifiuti pericolosi e per l’elettronica