Anche la Grecia vieta i circhi con animali
Il divieto di impiego di animali nei circhi sul territorio greco rappresenta un importante risultato per chi lotta per l’affermazione dei diritti degli altri esseri senzienti ed un valido esempio da seguire per le nazioni ‘civili’.

Primo Paese in Europa, secondo al mondo solo dopo la Bolivia e (parzialmente) dopo la spesso stigmatizzata Cina, che ha bandito i circhi animali di proprietà statale (per i circhi privati la questione è controversa ndr), la Grecia fa da apripista per inaugurare (lo speriamo!) una nuova epoca storica in cui cultura e divertimento non siano più sinonimi di sfruttamento animale.
L’approvazione di questa legge in Grecia costituisce un colpo anche per gli affari delle famiglie circensi italiane, tra le più numerose nel panorama dell’intrattenimento itinerante europeo.
La popolarità ed il suo successo ottenuto dalla proposta di legge sono riconducibili anche alla campagna di denuncia portata avanti da Animal Defenders International, Greek Animal Welfare Fund e altre associazioni animaliste che hanno mostrato al grande pubblico la violenza e la crudeltà cui erano sottoposti gli animali nei circhi.
In particolare, questo video è diventato tristemente famoso per la sorte toccata all’elefantessa Adra, percossa violentemente e senza alcun motivo dai suoi addestratori all’interno di un circo italiano.
Non resta che auspicare l’innesco di un effetto domino su scala europea e – perché no? – mondiale contro uno spettacolo che pare diseducativo e poco edificante oltre a nascondere autentiche forme di prigionia e sfruttamento a danno degli animali coinvolti.
Anche all’interno delle stesse manifestazioni di arte circense, altre forme di esibizione umana possono senz’altro soddisfare il nostro bisogno di intrattenimento.