Incredibile, anche il governo russo sta per varare i primi programmi di tagli di CO2. Dico incredibile, perchè se c’è un paese che fino a ieri non si era sentito certo minacciato dal riscaldamento globale era proprio la Russia, la cui economia tra l’altro è principalmente basata sull’export di materie prime energetiche: memorabili le dichiarazioni guascone nel 2002 dell’allora presidente e attuale premier Vladimir Putin, che, in merito al fenomeno del global warming affermò pubblicamente: “vorrà dire che in Russia non saremo più costretti a spendere così tanti soldi per le pellicce!”.
Dopo l’estate più calda del secolo, che ha portato incendi e devastazione nel quattro angoli della Federazione, un segno dei tempi che cambiano è che pure alla televisione di stato russa si comincia ad evidenziare che riscaldamento globale non è destinato a portare solo benefici alla Russia. Se da un lato c’è il clima meno rigido in prospettiva e le nuove rotte commerciali nei mari presso il Circolo Polare Artico, dall’altro, oltre alla maggiore vulnerabilità agli incendi, c’è lo scioglimento in corso del parmafrost e le possibili fughe di metano, una nuova minaccia ambientale che si aggiunge a quelle già note.
Nel primo piano di riduzione delle emissioni di CO2, che la Russia ha appena presentato, nel quadro della Convenzione quadro dell’Onu sul cambiamento climatico (Unfccc), si prevede di realizzare un generatore aggiuntivo a ciclo combinato basato sull’utilizzo di energia pulita nella centrale elettrica di Shatura (nella foto), nella regione di Mosca.
Questo non è che il primo di una serie di progetti funzionali ad una forte riduzione delle emissioni di gas serra. Altre centrali elettriche saranno interessate da progetti di utilizzo di clean energy e riceveranno investimenti in cambio del taglio delle emissioni. Si tratta per la precisione di altri 14 progetti, approvati a fine Luglio dal governo russo, che, con la centrale di Shatura, valgono 30 milioni di carbon offsets da qui al 2012, anno in cui il Protocollo di Kyoto arriverà al termine, quindi ben 30 milioni di tonnellate di CO2.
Ora il progetto di Shatura è in corso di approvazione da parte dalla Commissione dell’Onu incaricata della messa in opera della convenzione sul cambiamento climatico: comunque vada, si tratta di una milestone dal forte valore simbolico per la Russia, che è pur sempre il terzo paese al mondo per emissioni di CO2, con 1,53 miliardi di tonnellate di emissioni nel 2009.
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