Anche l’energia idroelettrica investe in nuova tecnologia
Idroelettrico, è arrivato il momento del rilancio, o piú semplicemente di un ammodernamento. Dalla stagione dei grandi impianti degli ultimi decenni, quella delle mastodontiche dighe che dominano alcune delle più belle vallate alpine, si sta passando alla riduzione delle dimensioni dei bacini, dettata dalla volontà di adeguarsi alle caratteristiche della fonte, che sia naturale o artificiale. Tutto merito della tecnologia, che anche in questo settore evolve a velocità impressionante.

Negli Stati Uniti, per esempio, un team multidisciplinare sta sviluppando innovati strumenti di monitoraggio che mirano a controllare e garantire il migliore posizionamento dei generatori idrocinetici all’interno della rete fluviale. Sfruttare al meglio la risorsa, questo è l’obiettivo perseguito dagli scienziati della Carnegie Mellon University, sostenuti dal fondo di 1,2 milioni di dollari messo a disposizione dalla National Science Foundation.
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Una rete di turbine sommerse, posizionate in punti diversi del corso d’acqua, per captarne al meglio le correnti. Attraverso questa tecnologia, definita come generazione idrocinetica, si punta a produrre energia in maniera poco impattante. A corollario di questo sistema, gli specialisti produrranno modelli per problemi gerarchici multi-scala che definiscano un prospetto delle reti fluviali di grandi dimensioni, strategie di controllo dell’impianto, con valutazioni dei rapporti causa-effetto anche sul piú generale piano ambientale (per il contenimento emissioni nocive) e politico.
La pianificazione, in ultimo, potrebbe rivelarsi utile strumento per aiutare le popolazioni a ridurre l’impatto di eventi catastrofici come le inondazioni.