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Rifiuti zero grazie agli asini netturbini: l’esperienza di Castelbuono delle Madonie in Sicilia

Rifiuti zero grazie agli asini! Basta con i rumorosi, inquinanti e costosi autocompattatori per la raccolta differenziata. A Castelbuono, un paesino siciliano di 10mila anime posto all’interno del Parco delle Madonie, dal  2007 i servizi di nettezza urbana sono svolti dai più ecologici e convenienti asini ragusani, una specie in via d’estinzione.

Rifiuti zero grazie agli asini netturbini: l’esperienza di Castelbuono delle Madonie in Sicilia

L’idea è stata di Mario Cicero, ex-sindaco di Castelbuono per due mandati, che  di ritorno da un grande convegno sui parchi mondiali tenutosi a Belfast, pensò ad un piccolo esempio che potesse contribuire a migliorare l’ambiente nel suo Comune. La lampadina si accese sugli asini-spazzini porta a porta.

Dopo un rapido consulto, ecco l’acquisto dei primi sei esemplari femmine, preferite perché più mansuete, al costo medio di 1.000 euro l’uno. Facendo due calcoli non si trattò di una follia. Perché un autocompattatore costava 30mila euro e sarebbe durato soli 5 anni, con una spesa media di 8mila euro l’anno, mentre ogni asino poteva garantire un periodo di lavoro di almeno 2 decenni, con una spesa annuale di sole 2mila euro tra fieno e ricovero in stalla, assicurando la possibilità di svolgere il servizio anche nei vicoli più stretti, là dove faticano i mezzi meccanici.

Dopo soli 8 mesi, il lavoro quotidiano delle asine permise la raccolta di 140.239 Kg di rifiuti in più rispetto all’anno precedente. Insomma, rifiuti zero o quasi, nel piccolo Comune siculo….

Da allora, l’esperimento è diventato una costante realtà, tanto da esser replicato da molti altri paesi siciliani, liguri e toscani. Una scelta non solo ecologica, che ha permesso di eliminare sia i cassonetti maleodoranti ricettori di agenti nocivi per la salute degli abitanti sia i mezzi meccanici rumorosi e inquinanti, ma anche sociale, in virtù del fatto che gli operatori destinati a lavorare con le asine sono persone svantaggiate, quali emarginati sociali, ex-tossicodipendenti e disabili psichici, reinseriti nel mondo dell’occupazione dalla Cooperativa sociale “Madonita”, costituitasi a Castelbuono nel marzo 2009.

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Le asine ecologiche, che lavorano quotidianamente nelle sei zone nelle quali è stato diviso il territorio comunale recuperando perfino gli olii esausti, hanno da subito incontrato le simpatie della popolazione locale, contribuendo a sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche ecologiche.

D’altronde, pare impossibile restare insensibili di fronte alla simpatia e alla dolcezza di questi straordinari equini,  per troppo tempo ritenuti, a torto, poco intelligenti. Il caratteristico procedere degli asini tra i vicoli cittadini sembra un ritorno al passato, alla vita tradizionale di paese, scandita dalla calma, dalla lentezza e dalla maggior socialità, a dispetto del caos e dei rumori delle città sempre più invivibili.

Questo esperimento è certamente inattuabile nei grandi centri urbani congestionati dal traffico, ma potrebbe invece riservare grandi sorprese nei borghi e nei villaggi di ridotte dimensioni, dove la vita sfugge ancora ai ritmi frenetici delle città.

Nonostante la possibilità di poter  rivalutare e reintrodurre gli esemplari ragusani in via d’estinzione, non sono mancate però le proteste di alcune associazioni animaliste, tra le quali l’Enpa, che considerano come un vero e proprio sfruttamento quella che viene spacciata come un’azione di salvaguardia di una specie a rischio. Secondo la loro opinione, infatti, gli animali in pericolo devono esser tutelati all’interno del loro ambiente naturale, rispettandone le caratteristiche etologiche e non delegandogli attività che competono all’uomo. In sintesi: contrarietà ad ogni utilizzo degli animali per attività economiche.

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A fronte delle critiche di parte del mondo animalista, Cicero ha fornito alcune rassicurazioni sulla cura, il mantenimento e il destino di questi equini. Tutte le asinelle operatrici ecologiche sono dotate di microchip, vaccinate e sottoposte a periodiche visite veterinarie da parte delle ASL. Lavorano 5 ore al giorno tranne la domenica, portando un carico massimo di 100 Kg sul terreno pianeggiante del centro storico.  Il Comune ha poi stipulato una convenzione con l’Istituto tecnico agrario di Castelbuono, che è stato incaricato di provvedere alla loro ospitalità anche per il periodo in cui non saranno più in grado di svolgere attività lavorativa. Infine, la collaborazione con l’Ente Parco delle Madonie ha permesso di realizzare un cimitero per gli animali, a partire dalla messa a disposizione del progetto di un’area di proprietà comunale.

Se troppe volte i Comuni meridionali salgono agli onori della cronaca per la scarsa efficienza e i continui commissariamenti causati spesso da infiltrazioni malavitose, per una volta permetteteci di elogiare l’amministrazione di questo piccolo Comune siciliano, per tutelare la salute e la qualità di vita dei cittadini.

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Lo dimostrano il depuratore che dal 1994 permette di scaricare acqua pulita in mare, l’ampia diffusione di impianti fotovoltaici presso numerose strutture pubbliche e di quelli per il compostaggio, che consentono di ritirare i rifiuti organici della popolazione per restituirli sotto forma di concime, al fine di combattere la desertificazione, senza dimenticare le numerose iniziative nel settore del turismo responsabile, che ancora una volta vedono spesso protagonisti questi polivalenti equini.

A Castelbuono resterà per sempre il riconoscimento di esser stato il primo Comune ad aver sperimentato gli asini per la raccolta differenziata porta a porta anche se forse non ci saranno zero rifiuti. Un ritorno al passato che sembra un ottimo auspicio per un futuro migliore.

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