Auto elettriche: fallimento per il produttore della Think City!
Vi ricordate della Think City? Quella singolare auto elettrica prodotta da un piccolo carmaker norvegese?
Ebbene, le ultime notizie non sono certo esaltanti per chi seguiva con curiosità le vicende della piccola Think City.

La società proprietaria di Think City ha infatti portato la settimana scorsa i libri contabili in tribunale a Oslo, presentando istanza per entrare in una procedura concorsuale a seguito dell’insostenibile posizione finanziaria: fallimento, dunque, per questo piccolo carmaker, i cui proprietari speravano in una nuova iniezione di capitale per fare fronte ai fabbisogni dei prossimi mesi.
Per la verità non è la prima volta che Think Global AS, la società produttrice di Think City, fallisce: per Think, che nella sua ventennale storia vede anche un periodo in cui è stata posseduta interamente da Ford, a cavallo del nuovo millennio, è ben la quarta volta che si portano i libri in tribunale.
Nelle tre precedenti occasioni, si è sempre materializzato un nuovo socio capace di farsi carico dei debiti e rilanciare la produzione: vediamo se la fenice risorgerà dalle sue ceneri anche stavolta.
Ma quali sono i motivi del dissesto finanziario che ha affondato il piccolo produttore scandinavo?
Think ha, semplicemente, venduto troppo poco: appena 1,043 veicoli elettrici nel 2010 in Europa e nel marzo di quest’anno la produzione si è interrotta per mancanza di capitale.
In America, dove Think aveva un’unità di produzione e assemblaggio nello Stato dell’Indiana, Think non è nemmeno sbarcata sul mercato: il differenziale di prezzo di 4.000 dollari a favore di Nissan Leaf, la prima auto elettrica nominata auto dell’anno, non sembrava offrire grosse prospettive per la Think City sul mercato statunitense.
Come dicevamo, vediamo se il curatore fallimentare della Think riuscirà a trovare nuovi soggetti in grado di rilanciare questo simpatico marchio, ma la sensazione è che per giocare la partita dell’auto elettrica, dove sono entrati praticamente tutti i maggiori carmaker mondiali, sia necessaria una strategia di nicchia molto chiara per i piccoli produttori, che giustifichi un mark-up nel prezzo.
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Chissà quali sono i veri costi di un veicolo come questo. Se un veicolo con motore a benzina o diesel, con molte parti non riciclabili, viene venduto a 4-5 mila Euro (il cui costo è praticamente imputabile in buona parte al motore e alla ciclistica), …. come mai un veicolo ecologico di dimensioni molto ridotte (praticamente senza motore) viene venduto a 35-40 mila Euro? Sono tutti costi di manodopera e assemblaggio? VENDETELA CON LA FORMULA IKEA, …. montaggio fai-da-te! a 4-5 mila Euro.