Orto e giardino

Fare i semi: la guida pratica all’autoproduzione

Scoprite insieme la nostra guida pratica all’autoproduzione dei semi

Abbiamo parlato in molte occasioni di piante per orti, giardini e balconi e delle tecniche per coltivarle e prendersene cura al meglio in ogni stagione dell’anno. Quello di cui forse non si parla spesso sono le pratiche più efficaci per auto-produrre i semi e dar vita a nuove piantine senza ricorrere all’acquisto in negozio della semenza.

Fare i semi: la guida pratica all’autoproduzione

Per riuscire in questa piccola, grande ‘impresa’ avrete sicuramente bisogno di molta pazienza, un’attenzione particolare al modo in cui tratterete e conserverete i semi e alcuni suggerimenti utili che vi renderanno il compito più semplice, specie se intendete partire con l’auto-produzione di semi da ortaggi.

Qualsiasi sia la varietà scelta, ricordate che il grado di germinabilità del seme – ovvero la capacità del seme di dar vita a piante sane – dipende moltissimo dalle condizioni del seme stesso che deve essere sempre fresco e conservato in un luogo asciutto, dalle condizioni climatiche dell’ambiente circostante e dalla fecondità del terreno.

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Se non siete sicuri della ‘capacità germinativa’ delle vostre sementi potete ‘misurarla’ con un piccolo trucco: prendete un pugno di semi (10 sono sufficienti) avvolgeteli in due fogli di carta assorbente inumidita, riponete il tutto in un sacchetto di plastica a tenuta stagna e lasciate riposare in un luogo caldo (vicino al calorifero) per una settimana. Se alla riapertura della busta troverete un buon numero di germogli significherà che i vostri semi presentano un grado di germinabilità soddisfacente.

Pulizia. Una volta individuata la varietà che desiderate riprodurre (zucca, zucchine, peperoni, peperoncini, pomodori, fagioli, fagiolini, ecc) procedete con un’accurata pulizia dei semi sulla cui superficie non devono rimanere tracce di polpa dell’ortaggiofilamenti o gelatina. Potete pulire con acqua oppure a secco, sfregando delicatamente con un panno di cotone. Non trascurate questo passaggio poiché la presenza di materiale organico sul seme potrebbe causare muffe e marciumi che comprometterebbero irrimediabilmente la buona riuscita della semina.

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Sanificazione. E’ poi opportuno assicurarsi che anche al suo interno il seme sia purificato e sterilizzato da eventuali agenti patogeni: parliamo della cosiddetta ‘sanificazione del seme’, operazione che può essere compiuta in modo naturale e semplice immergendo i semi puliti in una ciotola di acqua calda e lasciando in ammollo per circa venti minuti. L’acqua deve essere mantenuta ad una temperatura costante di 45-50 C° e i semi riposti in sacchetti di tela.

Un altro metodo, utile se avete a che fare con semi di pomodoro o cetriolo, è quello della fermentazione. Si tratta di lasciare a macerare i semi in un bicchiere con poca acqua per3-4  giorni e attendere che sulla superficie si formi una patina bianca (la carica batterica) che poi rimuoverete sotto l’acqua corrente, aiutandovi con un colino.

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Essiccazione. Una volta pulito e sanificato, il seme è pronto per essere essiccato. Questo è forse il passaggio più importante poiché deve assicurare la perfetta rimozione dell’umidità dalla semenze ed evitare così la formazione di pericolose muffe. Durante i mesi più caldi dell’anno sarà sufficiente riporre i semi su un foglio di carta oleata (in modo che non si incollino fra loro) e adagiarli in un piatto piano sufficientemente capiente. L’umidità verrà eliminata gradualmente per evaporazione, in modo naturale e relativamente veloce. Ricordate di mescolare i semi di tanto in tanto. In inverno, invece, l’essicazione può essere ottenuta conservando i semi in un luogo caldo e asciutto (su una mensola o un armadio), lontani di fonti di calore dirette (non in cucina!).

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In entrambi i casi, i tempi dell’essicazione variano in base alla temperatura, le dimensioni dei semi e l’umidità dell’aria; in genere si va da 1 a 2 settimane. Per testarne la disidratazione mordete leggermente il seme: se sulla superficie non rimarranno segni dei denti l’essicazione sarà completa.

Conservazione. La sopravvivenza del seme dipenderà molto dal modo in cui lo conserverete. Se avete eseguito correttamente i passaggi precedenti dovrete riporre i semi in luoghi secchi e asciutti, in contenitori ben chiusi e al riparo dall’intrusione di insetti o parassiti che potrebbero intaccarli o addirittura mangiarli.

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Ed ora, potete mettervi al lavoro!

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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