Autostrada solare: ricava energia dai blocchi tra le carreggiate
Il principale problema del fotovoltaico, si sa, è legato alla logistica. In un paese ad alta concentrazione di spazi abitativi, sottrarre terreni per impiantare pannelli, a scapito di agricoltura, pascolo o urbanizzazione spesso lo rende un’alternativa “scomoda”.

Ma forse la soluzione potrebbe provenire da un brevetto, 100% italiano, che forse porterà alla nascita di una nuova tecnologia fotovoltaica. L’inventore, Luciano Paoletti, ha pensato anche al possibile posizionamento di questi pannelli su spazi ad oggi inutilizzati, come la rete autostradale.
Si tratta di film fotovoltaici sottilissimi (definiti GIGS dai nomi dei loro componenti: seleniuro di rame, gallio e indio) che, come una pellicola, grazie alla loro grande elasticità, possono adattarsi ad ogni forma e ricoprire perfettamente superfici dure come acciaio o cemento, eliminando la necessità di una struttura di supporto.
Per questo motivo potrebbero essere posizionate sui blocchi di cemento che separano le carreggiate. Se consideriamo che in Italia ci sono oltre 6.000km di autostrade, senza contare la rete stradale urbana ed extraurbana, il potenziale di utilizzo è molto significativo.
Inoltre i nuovi pannelli sono modulari e indipendenti, per cui nessuna interruzione (per guasto o incidente) ne causerebbe uno stop generale. Non sarebbero neanche richieste delle specifiche progettuali per un’installazione efficiente (una certa inclinazione o orientamento della superficie), come invece oggi accade per i pannelli standard.
Il nostro Paese non è nuovo a questo tipo di progetti, sebbene su scala minore. Già lungo l’Autostrada del Brennero è installata una barriera di pannelli solari, con effetto fono-assorbente, che copre per ora solo 1 km e alimenta i consumi di circa 600 abitanti del vicino comune di Isera (Trento).
E la tipologia di pannelli del Brennero e la sua portata sono decisamente meno ambiziosi di quanto ipotizzato da Paoletti, e sicuramente più fattibile.
Grazie all’ottimizzazione di spazi e il massimo sfruttamento di un potenziale naturale, dopo le città, ora anche le autostrade diventano “intelligenti”!
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