La parola biodiversità è molto di moda, emerge tutte le volte che si parla di eco-sostenibilità, cambiamento climatico, riciclo e tutti i temi che hanno a che fare con il green, a volte è citata a sproposito. Andiamo a scoprire di cosa si tratta veramente, perché è così fondamentale per la vita sulla terra e come preservarla.
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In ecologia, per biodiversità, o diversità biologica, si fa riferimento a tutti gli organismi viventi nelle loro varie forme e riferiti ai rispettivi ecosistemi.
La parola venne introdotta per la prima volta nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson e si compone di due parole: bios, che deriva dal greco e significa ‘vita’, e diversitas che deriva dal latino e significa ‘differenza’.
Si tratta di elemento fondamentale perché rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema, che si tratti di un suolo agricolo, di una foresta o di un lago.
È infatti è stato dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.
La parola indica tutte le differenziazioni biologiche tra gli individui di una stessa specie, in relazione alle condizioni ambientali. Ma include anche l’idea di una coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali che hanno raggiunto un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni.
Con il termine ‘biodiversità’ si riesce a raccoglie in un’unica parola l’insieme di tutte le variabilità degli organismi viventi di qualsiasi origine, che vivono all’interno dei diversi ecosistemi, siano essi terrestri, marini od acquatici. E definisce anche i sistemi di cui fanno parte. Ciò include la diversità nell’ambito delle specie e tra le specie e la diversità degli ecosistemi.
Anche il. Ministero dell’Ambiente raccoglie fa sua la definizione della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica e definisce la biodiversità in un determinato ambiente come l’insieme delle varietà di organismi viventi geneticamente diversi e delle sostanze non viventi che si scambiano materiali ed energia, in un’area delimitata, l’ecosistema appunto.
In generale, ci si riferisce a tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi.
Fu la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e sullo sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, a dare uno status popolare al termine.
Può essere spiegata in modo semplice, senza che perda di significato. Si tratta della grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che costituiscono e vivono sul nostro Pianeta.
Questa molteplicità di specie e organismi sono in relazione tra loro, e creano un equilibrio che è fondamentale per la vita sulla Terra.
Diversi i fattori che minacciano la biodiversità: perdita di habitat, cambiamenti climatici, inquinamento, caccia e pesca eccessive, specie esotiche invasive.
Convenzionalmente, si considerano tre livelli di diversità:
Parliamo in realtà di ‘diversità biologica’ che interessa solo le specie vegetali ed è fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio negli ecosistemi.
Oltre alle piante, occorre considerare come elementi importanti della biodiversità ambientale anche l’aria, l’acqua e la fertilità dei suoli.
La diversità del mondo vegetale interessa sia le piante coltivate che quelle selvatiche e costituisce la base dell’agricoltura, consentendo la produzione di cibo e contribuendo alla salute e alla nutrizione di tutta la popolazione mondiale.
Nel corso dei secoli, la natura è riuscita a sviluppare nel regno animale una variabilità genetica incredibilmente vasta.
Tutelare la diversità animale significa proteggere le nicchie ecologiche, fare in modo che la natura riesca a percorrere il proprio corso, senza gli ostacoli imposti dall’uomo e dal suo sviluppo industriale.
La crescita e il mantenimento dell’equilibrio dell’eco-sistema costituito da tutto il nostro pianeta si basa soprattutto sulle abitudini alimentari delle specie animali.
Questa è la diversità dei vegetali, degli animali e degli altri organismi che costituiscono l’alimentazione dell’uomo.
La diversità biologica nel mondo alimentare raggruppa sia le piante, gli alberi, i frutti, che gli animali commestibili.
Tale diversità contribuisce in più modi a un regime alimentare sano e diversificato e rappresenta un prezioso patrimonio genetico da custodire e difendere. Comprende tutto, sia ciò che si ottiene dalla coltivazione di specie vegetali che dall’allevamento di animali.
Se pensiamo in modo astratto alla definizione, forse non ci viene in mente nulla, ma ci sono gruppi di esseri viventi in equilibrio nel loro ecosistema anche molto vicini a noi e che magari non sapevamo lo fossero. Per esempio:
Il beneficio più grande per l’uomo è la maggiore produttività di un qualsiasi ecosistema in cui è esiste una buona varietà, che sia un terreno agricolo, una foresta o un lago.
Una maggiore biodiversità ha diversi vantaggi:
Per l’uomo è importante anche per un altro motivo, costituisce la fonte primaria di beni, risorse e servizi, chiamati anche servizi eco-sistemici. Sono quei servizi di supporto, di fornitura, di regolazione e culturali di cui beneficiano direttamente o indirettamente tutte le comunità umane, animali e vegetali del pianeta.
Gli stessi servizi hanno un ruolo chiave nella costruzione dell’economia delle comunità umane e dei vari paesi.
Ad esempio, la biodiversità vegetale, sia nelle piante coltivate sia selvatiche, costituisce la base dell’agricoltura, consentendo la produzione di cibo e contribuendo alla salute e alla nutrizione di tutta la popolazione mondiale.
In conclusione, la biodiversità fornisce nutrimento, fibre per tessuti, materie prime per la produzione di energia ed è la base per i medicinali.
La perdita e l’impoverimento della biodiversità ha impatti pesanti sull’economia e sulle società, riducendo la disponibilità di risorse alimentari, energetiche e medicinali.
Il motivo principale della perdita di varietà degli organismi viventi in un ecosistema naturale è legato ai cambiamenti degli habitat naturali. E questo nasce dall’intervento massiccio dell’uomo sulla natura:
Il suo ruolo cruciale nella sostenibilità del nostro pianeta e delle nostre vite rende la sua costante perdita ancora più problematica.
Ognuno di noi può giocare un ruolo fondamentale nel fronteggiare la crisi della biodiversità al fine di preservarla e questo senza stravolgere il nostro stile di vita.
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Per preservarla occorre prendersene cura attraverso la protezione e la corretta gestione dell’ambiente e delle sue risorse: suolo, acqua, foreste e specie animali e vegetali. Le mosse fondamentali per recuperare la inesorabile perdita di diversità sono:
Occorre intervenire sia nelle aree protette, come parchi e riserve, ed in ambienti fragili, come savane, foreste, zone umide, coste marine, dove i rischi di desertificazione e degrado ambientale sono maggiori.
Importante è anche ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) e considerare la capacità di adattamento delle popolazioni al clima che cambia.
Il modo più semplice per misurarla consiste nel contare il numero di specie che lo compongono.
Nonostante sia un metodo piuttosto riduttivo, anche la semplice attribuzione di questo numero ad un ecosistema implica uno sforzo notevolissimo.
La raccolta di un campione di organismi sufficientemente rappresentativo di tutte le specie della comunità ed il loro riconoscimento per specie è molto oneroso. Ma questo campione è comunque in grado di fornirci molte informazioni sullo stato delle diverse specie, cioè le percentuali con cui le varie specie sono presenti nel campione. Quindi, se questo campione è statisticamente significativo, della comunità.
Le ricchezze relative, oltre al numero di specie, concorrono a definire il grado di diversità di un ecosistema.
L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi in questi termini. La nostra penisola ospita infatti circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa.
Più in dettaglio:
Malgrado questa ricchezza, però anche nel nostro Paese è interessato dalla drastica diminuzione della biodiversità come conseguenza diretta o indiretta delle attività umane. Si stima una perdita annuale di specie pari allo 0,5% del totale.
Le attuali misure per tutelare e migliorare la diversità ambientale in Europa sono state introdotte nel 2010, nel quadro della strategia dell’UE sulla biodiversità e comprendono:
Inoltre, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) lavora attivamente per fornire agli amministratori e ai cittadini dell’UE dati aggiornati sulla biodiversità e gli ecosistemi in Europa. Il compito dell’AEA in questo settore consiste nel sostenere e orientare la definizione e l’attuazione di una politica sulla base di dati, informazioni/indicatori e valutazioni, che integrino l’analisi delle specie e degli habitat con valutazioni più ampie degli ecosistemi e dei relativi servizi.
L’AEA sostiene le direttive sulla natura sopra elencate attraverso Reportnet e il Centro dati sulla biodiversità, e collabora a stretto contatto con la rete europea d’informazione e di osservazione in materia ambientale dell’AEA Eionet e il Centro Tematico Europeo sulla biodiversità.
ll termine eco-sistema è stato introdotto nel 1935 e per definizione descrive una struttura complessa composta da due parti:
Un ecosistema può ospitare un’elevata biodiversità, e vi sopravvivono specie che interagiscono in modo armonico, che hanno instaurato legami e relazioni complesse e si sono adattati a vivere in armonia. Per questo preservarlo e far sì che sia in equilibrio ed in salute è un impegno collettivo fondamentale.
Molti ecosistemi sono ormai degradati e richiedono di essere ripristinati. Parliamo di luoghi conosciuti a tutti, terreni, foreste, praterie e savane, montagne, torbiere, aree urbane, acque dolci e salate.
Bisogna arrestare il progressivo degrado e invertirne la tendenza. Perché solo così si riesce a ‘pulire’ l’aria e l’acqua, mitigare le condizioni meteorologiche estreme, migliorare la salute dell’uomo e recuperare la biodiversità, inclusa una migliore impollinazione delle piante.
Sono a disposizione diverse pratiche per ripristinare la biodiversità danneggiata, tra le principali:
I macro-ecosistemi, come la foresta, la savana, la steppa, il deserto, la tundra, la macchia mediterranea, gli oceani e qualsiasi ecosistema marino, conservano e mantengono in equilibrio dinamico tutte le varietà di specie viventi che qui si sono adattate a vivere.
In ogni eco-sistema si trovano:
Ogni specifico ecosistema, o nicchia ecologica, è fondamentale perché conserva in sé una particolare e precisa varietà di organismi, in specifiche proporzioni e rapporti, che altrove non potrebbe sopravvivere.
L’inquinamento è sicuramente un fattore che contribuisce alla perdita della biodiversità. Le attività umane inquinanti hanno alterato profondamente i cicli vitali fondamentali per il funzionamento fisiologico degli ecosistemi.
Fonti d’inquinamento sono, oltre alle industrie e gli scarichi civili che producono gas inquinanti e che creano effetto serra, anche le attività agricole che, impiegando insetticidi, pesticidi e diserbanti, alterano profondamente i suoli.
Secondo le Nazioni Unite, la diversità del mondo naturale è un fattore essenziale per uno sviluppo sostenibile: senza di lei non avremmo cibo da mangiare né acqua pulita da bere. Inoltre, mitiga il cambiamento climatico, sostiene la salute umana e crea posti di lavoro.
Un ecosistema sano in cui vive una grande varietà di organismi viventi aumenta la resilienza ed agisce da cuscinetto naturale contro eventi meteorologici estremi come siccità, tempeste e altri disastri.
Questa diversità è essenziale anche per il proseguimento della vita umana. Ma è anche necessario che lo sviluppo sia sostenibile, perché sia garantita la sopravvivenza di questo sistema di supporto per noi vitale. Pertanto, un obiettivo imprescindibile per uno sviluppo sostenibile è preservare, ripristinare o incrementare la biodiversità, per il bene della vita sulla Terra come la conosciamo. Tale sviluppo deve essere anche inclusivo.
L’alterazione del clima su scala globale e locale ha già prodotto significativi effetti sulla biodiversità, in termini di distribuzione delle specie e di mutamento dei cicli biologici.
L’impatto del cambiamento climatico riguarda:
Le condizioni climatiche sono infatti fattori decisivi che determinano le specie vegetali e animali che possono vivere, crescere e riprodursi in una determinata regione geografica.
Alcune specie sono talmente legate alle condizioni climatiche a cui si sono adattate che anche leggere alterazioni di temperatura o una riduzione delle piogge possono aumentare la loro vulnerabilità.
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