British Gas rinuncia al rigassificatore di Brindisi Capo Bianco?
La British gas rinuncia al rigassificatore da 800milioni di euro che avrebbe voluto far sorgere nell’area di Capo Bianco, a Brindisi?

A dare la comunicazione, dalle colonne del Sole 24Ore, direttamente l’amministratore delegato per l’Italia, Luca Manzella. La società energetica inglese se ne va, dice, per la troppa burocrazia. “Non si può pensare che una grande multinazionale blocchi un progetto per oltre undici anni. A tutto c’è un limite”.
E ancora “la casa madre, delusa e scoraggiata dal prolungarsi all’infinito del braccio di ferro con le autorità italiane e nonostante i 250milioni di euro già spesi, ha deciso di riconsiderare dalle fondamenta la fattibilità dell’investimento”.
Dunque, si apre la procedura di mobilità per i venti dipendenti pugliesi.
Dietro questa rinuncia (se effettivamente sarà tale) c’è anche una vicenda giudiziaria, un’inchiesta per un giro di tangenti, il sequestro del cantiere, una procedura di infrazione aperta a carico dello Stato italiano da parte dell’Unione Europea.
Ma c’è anche dell’altro: si è ad un passo dall’ultima udienza del processo di primo grado che ha come imputati i dirigenti della British Gas e della società satellite: la Brindisi Lng.
Per il 13 Aprile è attesa la sentenza, su cui pesa la richiesta, avanzata dal pm Giuseppe De Nozza, di confisca dell’intera area di Capobianco: una colmata presumibilmente fuori legge su un’area demaniale.
La lotta degli ambientalisti contro il rigassificatore di Brindisi Capo Bianco quindi potrebbe vedere il 13 Aprile una tappa importante, vi terremo aggiornati.
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