Oggi parliamo del Calamo. Conosciuto anche come Calamo aromatico e “canna odorosa”, è una pianta acquatica perenne spesso coltivata come pianta da laghetto, da stagno o da acquario, ma anche a terra o in vaso.
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Appartenente alla famiglia delle Araceae, il Calamo (nome scientifico Acorus calamus) è una pianta erbacea palustre, semi-sempreverde, che in pieno sviluppo vegetativo forma un cespuglio alto circa 1 metro e largo 60 cm.
Ecco come si presenta:
Originario dell’Asia, gli antichi lo ritenevano una droga importata. Mattioli lo ricevette in dono nel 1557 dall’ambasciatore Busbck con piante raccolte in un lago in vicinanza di Nicomedia. Per la stessa via, Charles de l’Ecluse ricevette alcune piante di Calamo, le coltivò a Vienna nel 1576 ed è così che la pianta si diffuse poi per l’Europa.
Originaria dell’Asia, la pianta del Calamo si è diffusa in Europa e nei paesi dal clima temperato, inclusa l’America del nord. Il suo habitat è costituito dalle zone umide, gli stagni o le zone ripariali. Vegeta a quote comprese tra 0 e 300 metri. In Europa, Italia compresa, viene coltivato principalmente a scopo ornamentale come pianta d’acquario.
Dal greco kalamos che significa canna, cioè pianta somigliante ad una canna. Non a caso le prime penne per scrivere nella storia, che di fatto erano delle cannucce appuntite, sono chiamate calami.
Tra gli esemplari appartenenti a questa specie, le varietà più note sono due.
Pianta perenne originaria dell’Asia e diffusa soprattutto in Giappone. Deriva dall’Acorus gramineus e, in pieno sviluppo vegetativo, forma un cespuglio alto circa 40 cm composto da un folto fogliame. Le foglie coriacee e molto strette, sono acuminate e variegate di verde-bianco. Nel mese di giugno compaiono infiorescenze a spadice color marrone/crema. Sempreverde e resistente al gelo, è una varietà perfetta per ricreare piccole zone cespugliose multicolore nei terreni umidi e nelle aiuole.
Pianta perenne sempreverde alta circa 80 cm, con foglie larghe variegate di bianco-crema che, strofinate, emanano un delizioso profumo che ricorda la cannella. A maggio compaiono bellissimi fiori di colore blu-viola. Questa varietà si abbina perfettamente con Caltha, Lysimachia nummularia e Myosotis.
Il calamo fiorisce in tarda primavera, da maggio fino a giugno, e talvolta fino all’estate.
Spesso coltivato come pianta da laghetto, da stagno, o da acquario, il Calamo può essere anche coltivato nella terra o in vaso. Vediamo quali sono gli accorgimenti per un’ottima coltivazione.
Si coltiva facilmente anche in vaso purchè di dimensioni adeguate allo sviluppo delle sue grosse radici rizomatose. Il terreno deve essere leggermente acido e deve essere mantenuto sempre umido. A differenza delle altre piante, il Calamo ama i ristagni idrici nel sottovaso.
Quando le radici fuoriescono dai fori di drenaggio dell’acqua, il Calamo deve essere trasferito in contenitori più larghi e profondi. Il rinvaso va fatto in primavera utilizzando terriccio sciolto, fresco e ricco.
La pianta si riproduce per seme, ma è preferibile la divisione dei cespi. Vediamo le differenze.
Il principale nemico del Calamo sono gli afidi, facilmente debellabili utilizzando antiparassitari specifici.
Resiste bene invece alle malattie fungine o crittogame.
A scopo preventivo, in primavera, si consiglia di nebulizzare sulle giovani foglie prodotti specifici.
Si abbina con altre piante acquatiche come Menyanthes trifogliata, Liquirizia, Poligala, Calla palustris, Aponogeton distachyos (Biancospino d’acqua) e Trifoglio.
È una pianta che viene utilizzata in erboristeria e fitoterapia. Le sue proprietà riconosciute sono:
Il calamo ha inoltre funzioni secretive dell’apparato digerente: stimola l’appetito ed è utile per i disturbi gastrointestinali in genere.
Secondo la medicina alternativa, il Calamo aromatico viene utilizzato come coadiuvante naturale anche nei casi di:
Massaggi praticati con l’olio essenziale e la tintura di Calamo sono utili per trattare mialgie e i dolori della gotta e dell’artrite.
Masticare la radice di Calamo combatte l’alitosi da tabacco e libera la gola dal catarro.
Viste le sue numerose proprietà benefiche, vediamo ora come assumerlo.
Non somministrare in associazione a barbiturici perché ne potenzia gli effetti e ad antidepressivi perché può causare interazioni con i neurotrasmettitori cerebrali.
Per uso topico, l’olio essenziale va utilizzato con molta parsimonia: il suo abuso può causare dermatiti ed eritemi.
I teneri germogli del Calamo possono essere usati per insaporire le insalate, mentre la radice per aromatizzare secondi piatti di carne.
L’essenza o aroma della canna odorosa viene usata per aromatizzare liquori e bibite come il chinotto. L’olio essenziale è invece impiegato nella formulazione di dentifrici, collutori, saponi, detergenti, creme, profumi e lozioni. L’estratto della radice è presente nei preparati antiforfora.
Anticamente le foglie del Calamo aromatico venivano essiccate e sparse sui pavimenti per profumare l’ambiente calpestandole.
I Tartari bevevano solamente acqua in cui avevano fatto macerare rizomi di Calamo aromatico.
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