La Campylobatteriosi, causata da batteri del genere Campylobacter, è la malattia alimentare più diffusa del mondo e, contrariamente a quanto si potrebbe credere, è molto diffusa anche nel nostro paese.
Si tratta di una situazione particolare, che di solito è autolimitante (cioè, “sparisce” da sola) ma può avere casi anche molto gravi:
Ma perché questa malattia è così diffusa e, soprattutto, perché non ne hai mai sentito parlare?
Il Campylobacter è un batterio molto diffuso nell’ambiente, che può colonizzare l’organismo di vari animali, uomo compreso. E’ patogeno per alcuni (come l’uomo, ma anche il cane) mentre molto meno per altri (bovini, uccelli).
È un batterio che si prende per via orale, e che si localizza nell’intestino causando forti infezioni che danno come sintomo principale la diarrea, oltre che i dolori addominali ed eventualmente il vomito.
Se, poi, riesce a lasciare l’intestino da anche manifestazioni più gravi, che vanno dalla febbre alla precedentemente citata sindrome, ma può avere anche altre conseguenze come la meningite.
Il rischio del Campylobacter è essenzialmente uno, ovvero il suo animale serbatoio.
L’animale serbatoio è quell’animale in cui il batterio si moltiplica e prolifera, senza però dare alcun sintomo evidente
L’animale serbatoio per questo batterio è il pollo, una specie che consumiamo molto comunemente.
Certo, si può prendere anche in altri modi, ad esempio:
Uno degli animali che invece non sembra essere interessato da questa situazione è il maiale, non legato a questa malattia.
Tornando ai polli, praticamente sono pieni di Campylobacter, e in particolare è piena la loro pelle.
Personalmente mi sono trovato in un’esercitazione in cui comprando un pollo, in un supermercato, confezionato (in vaschetta, erano due vaschette: un galletto amburghese e un pollo nostrano, solo l’anca), entrambe contenevano il Campylobacter.
Questa è una cosa di cui le autorità sanitarie sono ben al corrente:
Tranne una cosa: obbligare i consumatori a cuocere il pollo, visto che la temperatura di cottura sicuramente uccide tutti i Campylobacter che ci sono e il problema si risolve definitivamente.
E tutti sappiamo che il pollo va cotto: ce lo ricorda anche il buon Bastianich, quando dice che “il pollo crudo è piricoloso“.
E allora perché, nonostante questo, continua ad essere la principale causa di malattie alimentari, mentre la Salmonella, ad esempio, sta scendendo?
La risposta a questa domanda è che la trasmissione domestica è molto più frequente di quanto pensiate:
In casa il Campylobacter non lo trasmette il pollo, ma lo trasmettiamo noi, con le nostre mani e i nostri utensili, soprattutto i coltelli.
Facciamo un esempio che chiarisca il tutto:
Si capisce bene quindi quale sia il pericolo:
Può accadere che qualcuno dei commensali, bambini o anziani, la notte (il problema insorge nel giro di poche ore) abbiano un po’ di mal di pancia e diarrea:
Sono proprio questi casi, che non vengono alla conoscenza dei medici, a far sì che la Campylobatteriosi sia la malattia più frequente a trasmissione alimentare.
Purtroppo succede anche che in una piccola parte dei casi le conseguenze non siano “trascurabili”ma gravi.
Questo è un problema grosso, perché il Campylobacter è resistente agli antibiotici, difficile da curare anche in ospedale.
Le regole per la prevenzione sono sempre quelle di non consumare i cibi crudi, in generale.
In particolare il pollo e gli altri uccelli, dal tacchino alla selvaggina.
Per questo, quando si cucinano è importante:
In questo modo saremo abbastanza sicuri di tenere sotto controllo una malattia che può divenire anche grave.
Eccovi anche i nostri consigli su come prevenire altre malattie alimentari con una buona igiene:
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