Car fluff, l’ultimo riciclo dell’auto
Quando decidiamo di acquistare una nuova auto, spesso rottamiamo quella vecchia. Ma vi siete mai chiesti come vengono smaltiti i veicoli che non sono più utilizzabili?

A fronte di un parco auto circolante di oltre 36 milioni di veicoli solo in Italia, ogni anno sono 1,5 milioni le auto italiane che concludono la loro onorata carriera e la produzione di rifiuti che ne deriva ammonta a circa 9 milioni di tonnellate annue. Questa enorme quantità di materiale si divide in pezzi di ricambio – che hanno nuova vita in altre auto – e componenti recuperabili, di cui ad oggi si riesce a riciclare un buon 70%. C’è inoltre il cosiddetto “car fluff”, ovvero quelle parti dell’auto in materiale plastico, le schiume, la gomma, il vetro, e pure alcune polveri metalliche, vernici ed i tessuti di rivestimento, che rappresentano quasi un 15% del peso del veicolo e che oggi rimangono per lo più in discarica.
Riciclando anche questi scarti, la quasi totalità del veicolo può essere recuperata: si stima infatti che in un anno si possa arrive a riciclare circa 1 milione di tonnellate di materiale metallico, come acciaio e alluminio, riutilizzandoli al posto della materia prima.
La vera sfida oggi è recuperare anche il car fluff, che da solo vale 400.000 tonnellate di residui non metallici e, oltre a rappresentare uno spreco di risorse, contamina terreno e falde, rilasciando, col tempo, diverse sostanze tossiche. Inoltre, nella maggior parte dei casi, questi materiali vengono inceneriti producendo emissioni inquinanti come polveri sottili, anidride carbonica e altri gas dannosi.
La soluzioni proposte per il riciclo e il recupero di questi componenti sono diverse: la prima, ideata e testata nel Centro Italia, comporta la trasformazione del fluff in conglomerato bituminoso da impiegare per la pavimentazione delle strade, così da ridurre ulteriormente e drasticamente la percentuale stoccata in discarica. Un’altra proposta, invece, riguarda il recupero energetico attraverso processi di piro-gassificazione, ovvero: il materiale adeguatamente riscaldato si trasformerebbe in gas che, recuperato e convogliato, produrrebbe energia elettrica utile a livello nazionale.
Ma c’è anche chi rispolvera per l’occasione l’idea del mercatino, seppur virtuale: Fiat può creare una sorta di “ebay del rottame”, in cui i demolitori mettono a disposizione i materiali non metallici alle aziende interessate a riciclarli per le loro attività, anche non legata specificatamente alle auto.
Insomma, l’importante è ridurre al minimo la quantità di questo insospettabile scarto, liberando così le discariche e danneggiando meno le risorse naturali.
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