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Guida al cavolo romano: proprietà, benefici e ricette

Quali sono i benefici di questo ortaggio dalla geometria perfetta

Il cavolo romano è un ortaggio che colpisce per l’aspetto geometrico e per il gusto dolce. Oltre al suo gusto delicato, che lo rende un ingrediente utilizzabile in molte ricette, è un ortaggio dalle notevoli proprietà benefiche.

Guida al cavolo romano: proprietà, benefici e ricette

Com’è il cavolo romano

Per molti è una varietà di verdura poco chiara che si confonde spesso con altre Brassicaee o Crucifere, la famiglia cui appartengono tutte le varie specie di cavoli, dal cavolfiore al cavolo cappuccio, dal cavolo nero alla verza, dai cavoletti di Bruxelles al cavolo cinese. Ma forse non tutti sanno che ne fanno parte anche la cavolo-rapa, la rucola, il rafano, il crescione ed i ravanelli.

Si tratta di una varietà di cavolo-broccolo, il cui nome botanico è Brassica oleracea varietà botrytis var. cymosa, di cui fanno parte anche i cavolfiori e i broccoli, e di cui si consuma il fiore, non ancora maturo, mentre di altri tipi di cavoli si mangiano solo le foglie.

Noto anche come broccolo romanesco, è infatti una delle varietà di cavolo-broccolo che si caratterizza per il colore verde brillante e la perfetta forma geometrica a piramide. Le sue cimette hanno la forma di rosette che si ripetono come frattali, disposte a spirale.

cavolo romano

Perché i cavoli fanno cattivo odore quando in cottura

Poiché contengono una sostanza derivata dallo zolfo, che si libera con il calore, emanano un odore fastidioso e pungente, simile all’uovo marcio.

È possibile ridurlo inserendo nell’acqua di cottura un pezzo di pane con tanta mollica, oppure dell’alga kombu, oppure usare la pentola a pressione. Comunque, in parte l’odore resta ancora presente.

Quali sono i valori nutrizionali del cavolo romano

Composto per il 92% da acqua, contiene una piccola quota di fibre e proteine. Buona è anche la concentrazione di sali minerali, tra cui, in particolare, potassio, calcio, magnesio e fosforo.

Tra le vitamine è presente soprattutto la vitamina C, insieme alla A e a quelle del gruppo B.

Quali sono le proprietà del cavolo romano

Questo ortaggio presenta usi terapeutici come cibo vermifugo, emolliente e antianemico.

Grazie all’elevata concentrazione di vitamina C, come altri cavoli o broccoli, è in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi.

La presenza degli isotiocianati, inoltre, sembra responsabile delle proprietà antitumorali di questo alimento; tra questi spicca il sulforafano, sostanza studiata per la sua capacità di combattere le cellule cancerogene.

Tra le straordinarie virtù curative di questo prezioso alimento vi è anche la capacità di ridurre il rischio di cataratta e proteggere dall’ictus.

Come cucinare il cavolo romano

Il cavolo romano, al pari degli altri tipi di cavolo, può essere consumato crudo, condito con olio, sale e limone. Si presta altrettanto bene alla cottura in vari modi Lessato, ripassato in padella, fritto in pastella o utilizzato come ingrediente per zuppe e minestre, può diventare un ottimo condimento per la pasta oppure essere aggiunto durante la preparazione di gustosi sformati o impiegato come contorno.

Il basso apporto calorico (circa 25 kcal per 100 gr) di questo ortaggio, a dispetto del suo alto valore nutrizionale, lo rende adatto ad una dieta ipocalorica. Inoltre, essendo privo di glutine può essere consumato anche da chi soffre di celiachia.

Qui trovate tante ricette con cavolo romano.

Come scegliere il cavolo romano

In ogni caso, nella scelta di questo alimento occorre far attenzione alle infiorescenze, che devono essere sempre sode e di color verde chiaro senza presentare parti annerite o più scure.

Le foglie esterne, inoltre, devono essere croccanti e aderenti alla testa dell’ortaggio.

Come coltivare il cavolo romano

A seconda del tipo di varietà, precoce, media e tardiva, i tempi e le esigenze colturali sono diversi. Si va dal Celio, la cui raccolta è effettuata a 80-85 giorni dal trapianto, alla Navona, con raccolta a 100 giorni dal trapianto, fino al Lazio, la cui raccolta avviene a 140-150 giorni dal trapianto.

  • Clima. In generale, le varietà precoci temono il freddo e gli sbalzi termici, e prediligono un clima mite, di 15°-20°. Le tardive, invece, resistono meglio al freddo, ma non alle gelate.
  • Terreno. Il suolo deve essere sciolto, con pH neutro, ma soprattutto sempre ben drenato.
  • Concimazione. Deve avvenire prima della messa a dimora, ed indicato del letame maturo, dello stallatico o del compost
  • Semina. Non necessita di buche profonde, perchè il suo apparato radicale è piuttosto superficiale, ma sempre ben distanziate, da 40 a 80 cm, perchè la pianta si sviluppa molto lateralmente. Considerate che per essere impiantata in campo a settembre, ottobre, deve essere in semenzaio già a luglio-settembre, perché ci vogliono 30-35 giorni per diventare una piantina da trapiantare.
  • Irrigazione. Subito dopo il trapianto presto al mattino va innaffiata giornalmente, senza eccedere per evitare ristagni. Non annaffiare in autunno, basteranno le piogge a dare un sufficiente apporto idirco.
  • Rincalzatura. Potete procedere con un a rincalzatura a 20 giorni dal trapianto per proteggere la pianta dalle intemperie per un paio di volte al mese.
  • Malattie e parassiti. Tra le malattie di cui può soffrire c’è l’oidio, la botrite o l’ernia del cavolo, che porta alla morte della parte aerea e rovina il raccolto. Tra i parassiti, può essere soggetta all’afide ceroso e colpita da alcuni funghi, come la peronospora.

Altre informazioni su cavoli, cavolfiori e broccoli

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